“E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti.”
Il male può essere così forte che prende tutta la persona, è così forte che ci fa immaginare questa scena così potente da sentire i brividi. Uno di folla si accorge che la persona posseduta deve portare da Gesù, si accorge chi è il vero Salvatore. La cosa che stupisce è che i discepoli con il mandato di Gesù a scacciare ogni male, non sono riusciti a farlo. “Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci».
Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità.” Il vero problema sta nella fede di ogni persona. Il miracolo può avvenire solo se c’è la fede della persona che chiede. Vediamo bene che il padre del fanciullo chiede Gesù di aiutargli nella fede. Gli dice: Accresci la mia fede, aumentala, aiutami a fidarmi.
Questa è la preghiera più bella. Subito grida: Io credo, però non credo più. Credo una cosa: che tu aiuti la mia incredulità. Non è che io abbia grande fede, sì ci credo, però una cosa credo, non alla mia fede che è poca, ma al tuo aiuto, alla tua bontà. Questo è il primo miracolo di questo racconto. La cosa paradossale è che noi spesso più crediamo nella nostra incredulità che nella nostra fede.
È forse il momento di supplicare il Signore che ci doni la fede, che ci aiuti nella nostra incredulità. Questo ci insegna il padre disperato del fanciullo. La sua preghiera scaccia questa specie di demoni. La preghiera che passa dalla disperazione alla speranza.
Signore faccio mie le parole del padre: “Credo; aiuta la mia incredulità!”
Credo, Signore: aiuta la mia incredulità.