Il Gesù a cui forse siamo abituati a pensare è un uomo tutto d’un pezzo, dalle idee chiare e con un destino preciso, qualcuno che sa chi è e dove andare.
Ma il Gesù che arriva a Cesarea di Filippo mostra un volto diverso: quello di un uomo che si interroga su se stesso, si mette in discussione, si confronta con gli altri e da questo confronto scopre qualcosa di sé. Un Gesù che non fornisce risposte, ma che fa domande: «e voi, chi dite che io sia?».
È questo l’interrogativo alla base della Chiesa, alla base di una comunità fatta da tante persone diverse per idee, lingua, modi di fare e di vedere il mondo – eppure tenute insieme dal porre fiducia nella risposta di Pietro: Gesù è il figlio del Dio vivente, un Dio che vive nell’umanità fino in fondo, vivendo tutte le sue bellezze e le sue ferite.
Rete Loyola (Bologna)
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato
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Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 16, 13-19
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Parola del Signore.