Medita
Nel brano di oggi vediamo dei discepoli preoccupati per il fatto di non aver portato con loro abbastanza pane per il pranzo. Nonostante qualche giorno prima avevano assistito al miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, ancora non capiscono, hanno occhi ma non vedono, hanno orecchi ma non ascoltano. Gesù parla loro del lievito. Il lievito è un fermento, grazie ad esso la farina diventa pane, è una forza positiva ma al tempo stesso può essere negativa. In questo caso Gesù ne parla per spiegare che nel mondo ci sono forze che possono diventare fonte di bene o di male. Il lievito dei farisei e di Erode è inteso come influenza negativa, è il tradizionalismo dei farisei, l’osservanza delle tradizioni che rende ciechi e indurisce i cuori. Quel lievito si era talmente impossessato del pensiero dei discepoli che impediva loro di udire la Buona Novella. Spesso anche noi, nel mondo di oggi, ci lasciamo influenzare dall’ambiente che ci circonda, affidandoci alla corruzione, all’ipocrisia e all’incredulità, allontanandoci da quello che Gesù ci insegna.
Rifletti
Cosa significa per me avere un cuore indurito? Qual è per noi il lievito dei farisei e di Erode?
Prega
Ti amo Signore, mia forza,
Signore mia roccia, mia fortezza,
mio liberatore, mio Dio,
mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza
e mio baluardo.
(Salmo 18)
Fonte: Ascolta e Medita – Febbraio 2020 curato da Domenico Coviello, Angela Castino – Arcidiocesi di Pisa – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
Guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode.