Al piccolo Gesù è sempre piaciuto il miracolo del pane. Farina e acqua impastati con pazienza dalle mani calde di Maria. Il tempo tranquillo in cui non si sa bene chi faccia cosa, ma la piccola massa lievita e cambia di odore e di consistenza. Il profumo che si diffonde quando viene cotto. La gioia quando ciascuno riceve il suo pezzo.
Il miracolo del pane funziona se c’è lievito buono. Gesù maestro continua a parlare ai suoi amici a partire dal miracolo del pane. Ma c’è lievito e lievito. C’è il lievito del regno e però ci sono anche dei lieviti che possono fare marcire gli ingredienti: lieviti finti che fanno sprecare il lavoro e la vita; lieviti ingannatori, che ci fanno pensare che il miracolo del pane non funzioni per noi e per la nostra situazione; lieviti accusatori che ci fanno credere che gli altri ingredienti siano corrotti, che la vita sia un bluff…
Invece con il lievito buono e con gli stessi identici elementi di base il risultato sarebbe stato proprio diverso!
Il Signore invita i suoi discepoli a fare attenzione ai diversi lieviti che possono fermentare nei loro cuori, a dare un nome a quelli che ingannano la vita. Gesù ci invita a chiedere la grazia di ricordare le esperienze che abbiamo avuto del lievito buono. Il lievito buono si è fatto vicino alla traversata della tua vita? Quando? Come? Fidarci che continuerà ancora una volta a impastarsi con te, a spezzarsi anche tra le tue mani per sostenere le avventure di tanti. Oltre le nostre paure, le nostre dimenticanze e le nostre incomprensioni, il lievito buono è con noi, tutti i giorni fino alla fine del mondo.
Matteo Suffritti SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato