Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 13 Febbraio 2020

Medita

Sulla scia dei passi Evangelici dei due giorni precedenti, in cui la predicazione ha argomentato anche su ciò che è puro e impuro, Gesù lascia la terra di Israele e si sposta in terra pagana, quindi per gli israeliti “impura”.
Cerca tranquillità Gesù: “Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse…”. Ma la fama lo precede, si è sparsa la voce, anche tra i pagani, infatti Marco ci tiene ad annotare che si tratta di una donna “greca e di origine siro-fenicia”. Un essere impuro in una terra pagana che rende impuri. Ma non Gesù. Egli, il Santo di Dio non può certo rendersi impuro, ma solo purificare. Questa donna è lì ai suoi piedi e lo supplica affinché scacci il demonio da sua figlia. Gesu non dice di no. Le dice di aspettare, di avere pazienza, di lasciare che “prima si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. Gesù fa capire che i pagani non sono per sempre esclusi dal banchetto della salvezza. La salvezza è per tutti i popoli. La donna sembra capire Gesù, e aggrappandosi al termine “cagnolini” chiede una immediatezza nel dono, la possibilità di raccogliere da subito le briciole. Con fede lo chiama “Signore” e Gesù la accoglie e la ammette alla mensa dei figli. Oramai è parte del popolo di Dio. Gesù rompe definitivamente con il pensiero comune che per essere ammessi nella Chiesa si debba sottostare alle tradizioni e all’appartenenza ebraica: basta la fede. (Tratto da una riflessione di don Mario Galizzi)

Rifletti

Aprirsi per vivere in pace con persone delle altre chiese cristiane o persone di altre religioni. Cosa facciamo concretamente?

Prega

O Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace:
dove è odio, fa’ ch’io porti amore,
dove è offesa, ch’io porti il perdono,
dove è discordia, ch’io porti la fede,
dove è l’errore, ch’io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch’io porti la speranza.
Dove è tristezza, ch’io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch’io porti la luce.
O Maestro, fa’ che io non cerchi tanto
di essere compreso, quanto di comprendere;
di essere amato, quanto di amare
poiché è dando, che si riceve,
perdonando che si è perdonati,
morendo che si risuscita a Vita Eterna.
(San Francesco d’Assisi)

Fonte: Ascolta e Medita – Febbraio 2020 curato da Domenico Coviello, Angela Castino – Arcidiocesi di Pisa – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi


I cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 7, 24-30 In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.   Parola del Signore

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