Gesù si ritrova circondato da una folla che accorre da ogni luogo. Si avverte fortemente il dolore di tutta questa gente, anonima sì, ma di cui è facile sentirsi parte. In essa, in me, c’è chi lo cerca per superstizione, tanti lo credono un santone, un guaritore. Molti accorrono perché la sua ombra li copra anche solo per un attimo, tanti sgomitano solo per sfiorare almeno il lembo del suo mantello. Grazie a quell’incontro tanti saranno stati guariti nel corpo, ma a molti di più Gesù svela il volto compassionevole di Dio che soccorre e sana l’anima.
Quante volte sono sfiorato dal mantello di Gesù: durante una messa che mi ha aperto il cuore; di fronte a una Parola che mi ha scosso; durante un tramonto davanti al quale ho intuito la grandezza e il profondo amore di Dio; in un gesto di amore che mi ha commosso nell’intimo… E a pensarci bene, in ogni situazione di questo tipo è lui che mi ha raggiunto, non io che freneticamente ho rincorso, come preso dalla smania di catturare con uno scatto un’esperienza indimenticabile!
L’invito del Signore è quello di farci come il suo mantello che sfiora gli scoraggiati, porgendo parole di conforto e di speranza, divenendo strumenti della sua misericordia. Gesù continua a passare, ogni giorno: ci copre con la sua ombra e ci sfiora col suo mantello, ci guarisce nel profondo, ci rende uomini e donne nuovi.
Milena Acquafredda s.a.
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato