L’uomo è “anima che si esprime nel corpo” e “corpo vivificato da uno spirito immortale”
Oggi, la mescolanza di superstizione (spirituale) e frivolità (corporale) di Erode uccidono il Battista, portavoce della verità sul matrimonio. La corretta relazione tra l’uomo e la donna ha le sue radici nell’essenza dell’essere umano: che cosa è l’uomo? E questa domanda ci porta al quesito: chi è Dio?
La “Bibbia” risponde che l’uomo è creato a immagine di Dio, e che Dio stesso è amore. Quindi, l’uomo è somigliante a Dio nella misura in cui ama. Da qui deriva la unione indissolubile tra lo spirito e il corpo: l’uomo è “anima che si esprime nel corpo” e “corpo vivificato da uno spirito immortale”. Ossia il corpo dell’uomo e della donna hanno un “carattere teologico”. In conseguenza, la sessualità umana non è un “aggiunto” ma appartiene all’ “essere persona”: ha un senso pieno non come “qualcosa” della persona, ma come espressione dell’essere personale.
In questa “totalità dell’uomo”, la libertà del “sì” deve significare “sempre”.
Il commento è tratto dai testi di Benedetto XVI. A cura di evangeli.net
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI
Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6, 14-29
In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!».
Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Parola del Signore