La casa e la patria sono i due luoghi di accoglienza e di pace. E Gesù infatti spera di trovare proprio questi atteggiamenti. Ciò che stupisce è che proprio là dove devono essere queste cose, non si trovano. Ancora peggio, Lui era per loro motivo di scandalo. E quando è un motivo di scandalo?
Ogni volta quando abbiamo dei pregiudizi, ogni volta quando abbiamo delle aspettative da parte di Gesù, ogni volta quando la sua volontà non corrisponde ai nostri ragionamenti, alla nostre volontà. Non possiamo dire che anche noi non facciamo le stesse cose, che anche noi non abbiamo lo stesso atteggiamento: “Non è costui il falegname.” Gesù è più di un falegname, è molto di più.
È questo che non riescono ad accettare che lui sia più di un falegname. Non solo nei confronti di Gesù, ma anche nei confronti di tanti nostri fratelli, anche quelli più vicini abbiamo gli stessi atteggiamenti, però anche loro sono più di un falegname, sono i figli di Dio. “Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua.” Questa frase non è solo per i preti e le suore, ma è per ogni cristiano, per ogni persona che davvero ha avuto l’esperienza di incontrare Gesù.
È facile essere cristiano per i lontani, per le persone che non hanno ha a che fare con la nostra vita. Siamo più accoglienti con gli estranei, siamo più gentili con loro. Perché con gli estrani non siamo pienamente noi, non conoscono le nostre debolezze, le parti peggiori di noi, non ci conoscono fino in fondo. Vivere da profeti significa capire ciò che Dio ti sta dicendo attraverso ciò che ti succede nella vita e ciò ci porta a condividere con le persone più care che abbiamo introno, la parte migliore di noi. Se non riusciamo a vivere la fede nella casa nostra, difficilmente riusciremo a viverla fuori dalla casa nostra.
Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.