don Cristiano Mauri – Commento al Vangelo del 4 Febbraio 2020

Ascolto E Sguardo

Il commento al Vangelo del giorno di don Cristiano Mauri.

Dopo l’esorcismo compiuto a Gerasa, Gesù incontra altri due personaggi bisognosi di salvezza: un uomo di nome Giairo e una donna.

Del primo, oltre al nome, sappiamo anche la posizione sociale: si tratta del capo della sinagoga. È un personaggio pubblico ben noto, ha famiglia, una servitù e una figlioletta in fin di vita.

Della donna non sappiamo nulla. È senza nome e definita solo dalla sua malattia emorragica, quasi che in quella condizione fosse riassunta tutta la sua esistenza. Anni di malattia l’hanno costretta a spendere tutti i suoi averi per curarsi ma senza esito. È impura per il flusso di sangue, impossibilitata a condurre una normale vita familiare e, probabilmente, messa ai margini della società per la sua condizione contaminante.

Giairo, per la sua posizione, non ha alcun problema a formulare la sua richiesta. La donna, che dovrebbe starsene in disparte, può invece solo tentare di ottenere un favore di nascosto.

Lasciamo da parte Giairo e sua figlia e concentriamoci sulla donna.

La condizione di emorragia intima che la affligge è descritta distesamente, come anche il lungo cammino compiuto per arrivare fino a Gesù. Se nei medici ha cercato una guarigione, ora viene a cercare «salvezza», dunque un ristabilimento pieno della sua persona, non solo rispetto alle condizioni fisiche.

La credenza magica che i vestiti prendessero le qualità caratteristiche della persona la spinge ad avvicinarsi a Gesù con l’intenzione di sfiorare almeno i suoi abiti.

Ai margini delle relazioni sociali per la sua condizione impura, la donna cerca paradossalmente salvezza proprio in un contatto. E così avviene. Là dove si è riscontrato il limite umano nel dare salute, viene annunciata, seppur nella guarigione fisica, una salvezza più ampia.

La guarigione segreta non si conclude così. Gesù pare avere un’intima coscienza della forza che è uscita da Lui e pone dunque la questione: chi l’ha toccato?

È curiosa la domanda inquisitoria che pone. Come mai vuole saperlo? Cosa cerca e cosa si aspetta? Come mai vuole che la donna esca dall’anonimato?

Quest’ultima si rivela in modo «timoroso e tremante» ma il testo non è chiaro riguardo al motivo per cui sia colpita da sentimenti simili. Al di là dei motivi più immediati legati allo stupore, potrebbe anche trattarsi solo del timore di rivelarsi in pubblico, come le viene chiesto di fare.

Luca ci dice che la donna aveva sentito nel suo corpo di essere guarita, ma il miracolo non cambia solo il fisico ma la riposiziona complessivamente come persona. La domanda che Gesù fa ha lo scopo di rimetterla dentro la vita pubblica, mostrando la sua condizione rinnovata.

La donna risponde, dicendo «tutta la verità».

Si «mette nella verità» di quel che ha fatto e ricevuto, ma anche nella verità della relazione grazie alla quale viene sanata. Appena date le spiegazioni, ecco infatti la parola di Gesù che annuncia la salvezza.

Se per la donna il contatto era la ragione e occasione della guarigione, Gesù attribuisce il tutto alla fede da lei dimostrata, togliendo così qualsiasi contorno magico a ciò che è accaduto e dando grande rilievo all’azione della miracolata.

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Fonte: il sito di don Cristiano

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Fanciulla, io ti dico, àlzati!
Dal Vangelo secondo Marco Mc 5, 21-43 In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare. Parola del Signore

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