“Lampada per i miei passi è la tua Parola e luce sul mio cammino”. Se questa frase consideriamo vera, la risposta alla domanda di Gesù: “Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro?” sarà di sicuro no.
Spesso questa frase mettiamo nel nostro bagaglio di tante altri frasi che sentiamo, che ascoltiamo: “Fate attenzione a quello che ascoltate”. Spesso questa lampada mettiamo sotto il moggio o sotto il letto. Più lontano possibile dalla nostra realtà, dalla nostra vita, dalle nostre relazioni. Perché ci provoca, perché ci mette in crisi. L’amore è sempre ciò che ci provoca. La fede non è una cosa astratta, la Parola non è una cosa astratta, sempre ha a che fare con la nostra realtà, con la nostra esistenza.
Non sono semplicemente delle belle parole, ma la vita concreta. La Parola si vive! Non siamo abituati a concretizzare la Parola, ad accendere questa lampada, a lasciarsi accendere, ma ci è più facile metterla sotto il moggio. Non spaventiamoci della verità perché prima o poi: “Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce.” Non abbiamo paura di accendere questa lampada, di andare in profondità delle cose, della nostra vita.
Possiamo scoprire dei tesori meravigliosi che il Signore ha messo dentro di noi. Essere felici è la santità, e la santità consiste nell’essere pienamente noi stessi. La via per riuscirci è, non avere paura di accendere la lampada, essere in rapporto con la Parola, concretizzandolo nella propria vita. Illuminati da questa Luce avremo una misura giusta, misericordiosa nei confronti degli altri, saremmo delle piccole lampadine, qui dove ci siamo: “Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi”
Lasciamoci accendere da questa lampada oggi e sempre!
La lampada viene per essere messa sul candelabro. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.