Commento al Vangelo del 26 Gennaio 2020 – p. Ermes Ronchi

Il Signore è qui, ma riusciamo a distrarci

Padre Ermes Ronchi commenta il brano del Vangelo di domenica 26 gennaio 2020.

padre Ermes Ronchi
padre Ermes Ronchi

Giovanni è stato arrestato, tace la grande voce del Giordano, ma si alza una voce libera sul lago di Galilea. Esce allo scoperto, senza paura, un imprudente giovane rabbi, solo, e va ad affrontare confini, nella meticcia Galilea, crogiolo delle genti, quasi Siria, quasi Libano, regione quasi perduta per la fede. Cominciò a predicare e a dire: convertitevi perché il regno dei cieli è vicino. Siamo davanti al messaggio generativo del Vangelo. La bella notizia non è «convertitevi», la parola nuova e potente sta in quel piccolo termine «è vicino»: il regno è vicino, e non lontano; il cielo è vicino e non perduto; Dio è vicino, è qui, e non al di là delle stelle. C’è polline divino nel mondo. Ci sei immerso. Dio è venuto, forza di vicinanza dei cuori, «forza di coesione degli atomi, forza di attrazione delle costellazioni» (Turoldo).

Cos’è questa passione di vicinanza nuova e antica che corre nel mondo? Altro non è che l’amore, che si esprime in tutta la potenza e varietà del suo fuoco. «L’amore è passione di unirsi all’amato» (Tommaso d’Aquino) passione di vicinanza, passione di comunione immensa: di Dio con l’umanità, di Adamo con Eva, della madre verso il figlio, dell’amico verso l’amico, delle stelle con le altre stelle. Convertitevi allora significa: accorgetevi! Giratevi verso la luce, perché la luce è già qui. La notizia bellissima è questa: Dio è all’opera, qui tra le colline e il lago, per le strade di Cafarnao e di Betsaida, per guarire la tristezza e il disamore del mondo. E ogni strada del mondo è Galilea.

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Un altro commento

L’UOMO IN PIEDI

Il Battista è appena stato arrestato, e Gesù vede un’ombra minacciosa calare su tutto il suo movimento. Ma questo, anziché renderlo prudente, aumenta l’urgenza del suo ministero e lo fa uscire allo scoperto: ora tocca a lui. Lascia famiglia, casa, lavoro, lascia Nazaret per Cafarnao, non porta niente con sé se non un annuncio, una parola che riparte da dove Giovanni si era fermato: convertitevi! Il regno è vicino!

Immaginavo la conversione come un fare penitenza sul passato, una condizione imposta da Dio per il perdono, e pensavo di trovare Lui come ricompensa all’impegno. Ma che buona notizia sarebbe un Dio che dà secondo le prestazioni? Gesù ci rivela che il movimento è esattamente inverso: è Lui che mi corre incontro e mi raggiunge, sempre Lui che mi abita gratuitamente, Lui che mi aspetta.
Che cos’è il regno dei cieli, cos’è il regno di Dio? È la vita che fiorisce in tutte le sue forme, un’offerta di solarità piena. Giratevi verso la luce, perché la luce è già qui.
Il Vangelo termina con la chiamata dei quattro pescatori e la promessa: vi farò pescatori di uomini.

Con che cosa, con quale rete pescheranno gli uomini?
Gesù cammina lungo il mare e guarda. E in Simone vede la Roccia. Guarda, e in Giovanni indovina il discepolo dalle più belle parole d’amore. Un giorno guarderà l’adultera e risveglierà in lei l’amante fedele. In Nicodemo ridesterà il coraggioso che osa stare davanti a Pilato reclamando il corpo del giustiziato.

Lo sguardo di Gesù è creatore, è profezia. Mi guarda, e nel mio inverno vede grano che matura, una generosità che non sapevo, una melodia che non udivo, fame di nascere.
Poi dice: vieni dietro a me!
Ascolta, ho una cosa bellissima da dirti. Bella e incredibile. Così affascinante che i pescatori ne sono stati sedotti e hanno abbandonato tutto come chi trova un tesoro. La notizia è questa: la felicità è possibile e vicina! La nostra tristezza infinita si cura soltanto con un infinito amore (Evangelii Gaudium).

Gesù annuncia: possiamo vivere meglio, e io ne conosco la via. Nel discorso sul monte dirà: Dio procura gioia a chi produce amore! Ecco il senso delle Beatitudini, il Vangelo nel Vangelo!
Il Vangelo è la chiave di tutto! E’ possibile vivere meglio, per tutti, perché è la sua parola che risponde alle necessità più profonde delle persone. Perché quando è narrato adeguatamente, e con bellezza, il Vangelo arriva ai bisogni più profondi dei cuori, e mette a disposizione un tesoro di vita, di amore che non inganna, che non delude.

Gesù annunciava e guariva: la parola e la cura.
Camminava e annunciava: i passi a guarire la vita.
E io andrò dietro a lui prendendomi cura di chi soffre e di me stesso, della mia vita. Dietro a lui, per curare le parti di me che soffrono, deboli e malate: prima strada verso l’identità dell’uomo in piedi.


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