Il Vangelo di oggi parte con una frase che non dobbiamo dimenticare mai: “In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò”. Lui è con noi, non lascia mai i suoi discepoli. Lui non abbandona le persone per quali ha dato la vita. Nella vita spesso proviamo la solitudine, non vediamo il senso di ciò che ci succede. In fondo questa sensazione viene perché abbiamo dimenticato questa frase, che lui è sempre con noi.
La folla che va da Gesù, è una folla che ha sentito quanto faceva e per questo che lo cerca. Capita anche a noi di cercarlo solo perché desideriamo un miracolo, una guarigione fisica, un cambiamento da un giorno ad altro. Difatti, tante volte non succede così, ma è là che si vede la nostra fede, è là che si vede che per noi è importante il suo stare con noi, non perché cambia ciò che desideriamo, ma che dia valore a ciò che desideriamo di cambiare, a ciò che viviamo. E come può avvenire questo?
Lo dice Gesù: “Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero”. Succede anche a noi di non lascargli una barca dove non è schiacciato. E succede quando nella vita siamo immersi nel fare, quando ascoltiamo troppo la voce dei nostri sentimenti negativi, quando ascoltiamo il nostro egoismo, quando ascoltiamo troppo la voce dell’aridità e della solitudine, cioè ogni volta quando non ascoltiamo lui, quando non li lasciamo lo spazio, in altre parole la barca. La barca di ognuno di noi è la preghiera, quel luogo, dove gli lasciamo lo spazio, dove non è schiacciato.
Il luogo dove parla dal profondo, il luogo che ci permette di entrare nella profondità. La barca è fatta di legno, forse è anche debole, però Lui proprio viene là, nella nostra debolezza, nella nostra preghiera sincera e umile. È là che si ritrova il senso della vita che è Lui, la persona di Cristo.
Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.