Oggi vediamo Gesù che si ritira presso il mare con i suoi discepoli. E però vediamo molta folla seguirlo.
Il motivo di questo ritirarsi di Gesù è in ciò che è appena successo: Gesù, in giorno di sabato aveva guarito un uomo, e alcuni scribi ed erodiani, che lo odiavano e che non aspettavano altro per accusarlo, subito tennero consiglio per farlo morire.
Non è raccontata nessuna azione o parola di Gesù circa quell’odio che lo insidiava. Gesù non fa la vittima. Solo questo ritirarsi con i suoi discepoli lungo il mare, un luogo più in disparte. Davanti alla minaccia di morte Gesù va altrove, si allontana. Come dirà ai suoi discepoli: “Se non vi vogliono in una città, andate in un’altra”. Non temete: andate altrove, non imponetevi a nessuno.
E subito si vede che questo allontanamento non gli ha impedito, anzi gli ha moltiplicato, la possibilità di predicare e di curare. Infatti, subito si apre per Gesù un orizzonte molto più ampio; arrivano folle da tutta la regione, ci dice il Vangelo: da Tiro e Sidone a Gerusalemme, all’Idumea.
E ci è detto il perché di questo accorrere straordinario di folle da ogni dove: tutta questa gente, avendo ascoltato ciò che faceva, venne da lui. Poniamo attenzione a queste parole: il Vangelo di Marco ci ridice ancora una volta che la fede nasce dall’ascolto, come Antico e Nuovo Testamento ci ripetono sempre. L’adesione fiduciosa al nostro Dio avviene, consiste e si nutre nell’ascoltare le sue parole e il racconto delle sue opere per seguire le sue tracce. Come le folle del Vangelo, così anche noi: se siamo qui è perché abbiamo ascoltato raccontare di lui, di quel che faceva e di come lo faceva, di quel che diceva e di come lo diceva, e siamo venuti, coscienti del nostro bisogno, a cercarlo per ascoltarlo ed essere curati.
Poiché Gesù ne aveva guariti molti, coloro che avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo. Ma Gesù chiede ai discepoli che gli mettano a disposizione una barchetta. E così, impediti di lanciarglisi addosso, capiscano che è la sua parola che guarisce, che ci dona la vita, il perdono, la salvezza. Gesù cerca di sottrarsi per far comprendere che guarisce con la parola che rivolge al malato suscitando la sua fiducia, la sua fede. Quante volte Gesù dirà alle persone che sono guarite nell’incontro con lui: “La tua fede ti ha salvato, salvata”!
Gesù non cerca mai le folle, ma sono le folle che cercano Gesù. Gesù non si appoggia mai sul suo successo sulle folle, non pone mai in esse, ma nel Padre suo, la sua fiducia. Ma quando le folle lo trovano, Gesù non fugge, e si prende cura di loro: parla loro e cura i loro malati. A volte le ha anche sfamate, condividendo e insegnando a condividere il proprio poco.
La chiesa dovrebbe essere questa barchetta a disposizione del Signore, perché tutti possano ascoltarlo.
Un’ultima parola che ci ammonisce: gridare la verità di Gesù è appannaggio di spiriti impuri che non lo ascoltano e perciò non guariscono. E tutta la potenza di Gesù può solo zittirli.
sorella Maria
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