La legge può uccidere, anche la legge divina quando incontra dei cuori induriti e arroganti di chi pensa di essere dalla parte del giusto. Gesù solo mette nel mezzo, al centro della propria riflessione il bene dell’uomo dalla mano paralizzata.
Ai farisei importa solo coglierlo in fallo, vedere se trasgredisce la norma: filtrano il moscerino e ingoiano il cammello, vedono la pagliuzza e non vedono il trave piantato nel proprio occhio. È indignato Gesù, rattristato nel vedere come una Legge donata da Dio per il bene diventa occasione di ottusità e ingiustizia.
È addolorato nel vedere come noi uomini siamo capaci di stravolgere la sua Legge, soprattutto noi devoti, noi religiosi. È indignato, Gesù, quando vede nella sua Chiesa uomini che in nome della Legge divina scordano l’accoglienza e la misericordia, quando vede commettere delle ingiustizie in nome del Vangelo.
Gesù mette al centro l’uomo e il suo dolore, senza porre condizioni, senza ingessarsi in una sterile devozione. Li fa ragionare, il Signore Gesù, non impone la sua idea. Ma un cuore indurito che non si converte scivola verso il baratro: in nome della Legge i farisei tengono consiglio per trovare l’occasione di condannarlo a morte.
Vegliamo su di noi e sulla nostra Chiesa: ci sia sempre il bene dell’uomo, di ogni uomo, messo al centro, non la Legge.