Dopo aver meditato la promessa della venuta del Regno nel tempo di Avvento e la venuta nella carne di Gesù nel tempo di Natale occorre lasciare che il mistero dell’incarnazione riverberi e illumini questo inizio d’anno. Con oggi si entra in un altro tempo liturgico. L’annuncio della buona notizia avviene sempre, in ogni tempo e fuori dal tempo. Avviene nella storia di ogni uomo e di ogni donna, avviene in ogni istante e chiede una risposta pronta. Lì si compie il tempo del regno di Dio. “Questo Vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la fine” (Mt 24,14)
L’indicazione temporale “dopo” rimanda a una successione di fatti del passato. Gesù inizia il suo cammino dopo che Giovanni ha preparato la strada al Signore, ha lasciato lo spazio al più forte, a colui per il quale non era degno di chinarsi per sciogliere i lacci dei sandali (Mc 1,7).
Inizia e dà continuità a una buona notizia che in lui stesso si fa parola e azione nell’oggi (“il tempo è compiuto”: v. 15). Si tratta di un “già in atto” che richiede conversione e fede. La Parola fattasi carne ha posto la sua dimora tra gli uomini. La Parola in Gesù è il come Dio salva oggi, in ogni presente della storia. Dio ha riempito questo tempo con la sua presenza. Questo è il tempo da vivere lasciandosi convertire, concedendo al Signore uno spazio di libertà in cui la sua Parola, il suo sguardo d’amore ci cambi, ci plasmi, ci trasformi, ci metta in cammino.
L’avverbio “subito” al v. 18 rimanda all’azione che segue l’annuncio e apre al futuro. In un momento che non conosciamo della vita, alcuni uomini si sentono rivolgere una parola, una buona notizia che li apre alla promessa di “diventare pescatori di uomini”. La risposta quotidiana alla chiamata mette in movimento il cuore e tutto il corpo verso la possibilità di conversione, di cambiare rotta, di dare una svolta alla vita. Il silenzio che nasce dall’ascolto di questa promessa più profonda che penetra le viscere è la parola interiore che chiama all’azione, a intraprendere quel cammino. Quegli uomini non fanno domande ma credono che quella Parola possa essere per loro fonte di vita. Se pescare dei pesci è dare loro la morte, essere pescatori di uomini è sempre generare vita nuova, essere testimoni e custodi per altri di una buona notizia. Essere pescatori per trarre fuori dal pericolo del mare coloro che si incontrano sul cammino.
Buona notizia per oggi è seguire Gesù nel tempo della nostra storia, nella nostra vita personale, comunitaria, sociale, seguire Gesù non come tanti followers di un immediato click ma come persone che si mettono in cammino, che nel cammino si lasciano convertire per andare verso Lui con Lui in Lui. Lungo la strada spesso tortuosa e contraddittoria della vita, camminare dietro a Gesù è donargli la possibilità di venire a noi come dono in cui ascoltiamo quella parola profonda che ci cambia e ci fa guardare oltre noi stessi.
sorella Francesca
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI
Convertitevi e credete nel Vangelo.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1, 14-20
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Parola del Signore