Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 6 Gennaio 2020

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Il brano evangelico proposto per la festa dell’Epifania è talmente conosciuto che si corre il rischio di perdere gli insegnamenti profondi che ancora oggi continua a svelarci.

Dopo aver ascoltato nei giorni natalizi la versione della nascita di Gesù nel racconto dell’evangelista Luca, oggi la ascoltiamo nella versione di Matteo, il cui specifico è la manifestazione a tutte le genti di questo grande mistero. Il significato profondo della festa dell’Epifania è dunque quello di farci capire che la destinazione dell’incarnazione è universale. L’Emmanuele, il Dio-con-noi non è solo un Dio di un piccolo o grande gruppo di persone che se lo tengono tutto per loro, ma è un Dio che si rivolge a tutti, ma proprio tutti gli esseri umani al di là della cultura o del popolo a cui appartengono.

Il testo ha al suo centro una profezia tratta dal profeta Michea. Spesso il primo evangelista riprende dei passi dell’Antico Testamento per mostrare come ciò che sta narrando non è nient’altro che un compimento di quanto promesso da Dio attraverso i profeti al popolo di Israele. Altrettanto spesso però ci sfugge il fatto che queste promesse sono rivolte anche a noi. Promesse che sono promesse di bene, ma che noi, distratti dal vortice delle nostre attività, rischiamo di non considerare fino a non capire come mai rimaniamo sovente insoddisfatti. Va però ricordato che con l’incarnazione Dio è venuto a cominciare a adempiere le sue promesse e non tanto a soddisfare tutti nostri bisogni o desideri. Così tutti presi da noi stessi dobbiamo riconoscere una certa ignoranza nei confronti delle promesse di Dio. Questo testo giunge proprio a “ritararci” sulla promessa che Dio ha per noi personalmente, ma anche per noi come comunità locale e soprattutto come comunità universale in quanto esseri umani abitanti una stessa carne. Carne in cui Dio ha appunto voluto incarnarsi.

Ma questa operazione di “ritaramento” non è sempre facile, anzi spesso rischia di turbarci perché fa saltare i nostri equilibri. È lo stesso turbamento che è narrato nel nostro testo: “Il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme”. 

Ciò che turba Erode, tutta Gerusalemme e spesso anche ciascuno di noi e le nostre città è una non consapevolezza. Una non consapevolezza delle ricchezze che abbiamo. E ad aggravare il turbamento è il fatto che questa non consapevolezza ci è svelata da persone straniere. Ce ne stavamo sui nostri tronetti, belli tranquilli, pensando di essere al centro del mondo e ci scopriamo a ignorare lo straordinario che sta accadendo sotto i nostri occhi. Inoltre quando qualcuno che nemmeno conoscevamo ci svela questo straordinario, invece di accoglierlo con riconoscenza e gratitudine, tendiamo a ignorarlo perdendo così un’importante occasione: prendere consapevolezza che gli stranieri ci svelano lo straordinario che avviene nel nostro ordinario e che rischia di sfuggirci. 

Accogliamo dunque lo straniero, facciamolo passare da estraneo a conosciuto. Così aprirà i suoi scrigni pieni di doni e insieme godremo dello straordinario che avviene ogni qual volta si è capaci di accogliere tutti insieme un Dio che viene a noi nella tenerezza di “bambino con sua madre”.

fratel Dario

Fonte

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Letture della
EPIFANIA DEL SIGNORE – ANNO A
Colore liturgico: BIANCO

Prima Lettura

La gloria del Signore brilla sopra di te.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 60,1-6

Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Màdian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 71 (72)
R. Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto. R.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra. R.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti. R.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri. R.

Seconda Lettura

Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 3,2-5.5-6

Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.

Parola di Dio

Vangelo

Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 2,1-12

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore