Dal Sussidio per l’Avvento/Natale CEI – Commento alle Letture di lunedì 6 Gennaio 2020

811

L’Epifania celebra la manifestazione del Figlio di Dio a tutti i popoli e la chiamata universale alla salvezza in Cristo. Nei testi della celebrazione eucaristica l’oggetto principale è l’adorazione dei Magi; la liturgia delle Ore fa memoria delle altre manifestazioni del Signore (Nozze di Cana, Battesimo).

Ritroviamo, come nella liturgia del Natale del Signore, il tema della luce: «Oggi, in Cristo luce del mondo tu hai rivelato ai popoli il mistero di salvezza», preghiamo nel Prefazio dell’Epifania; «I Magi vanno a Betlem e la stella li guida: nella sua luce amica cercan la vera luce», nell’Inno dei Primi Vespri; «La tua luce, o Dio, ci accompagni sempre e in ogni luogo», nell’orazione Dopo la comunione. È Cristo la luce del mondo, in lui Dio rivela il suo volto all’umanità.

Parola di Dio

  • Is 60,1-6 La gloria del Signore brilla sopra di te.
  • Sal 71 Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
  • Ef 3,2-3a.5-6 Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità.
  • Mt 2,1-12 Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.

Commento

La scena dei Magi che vengono da Oriente guidati da una stella ci è familiare, perché la rappresentiamo ogni anno nei nostri presepi e perché ha un che di esotico, che ce la rende cara quasi come una favola, tante volte ascoltata fin dalla nostra infanzia.

Eppure, essa ha ben poco di favolistico: come la liturgia di oggi ci indica, la venuta dei Magi adempie una serie di profezie dell’Antico Testamento che puntavano alla realizzazione di quello che Paolo, nella seconda lettura, ha chiamato il “mistero”: “che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo” (Ef 3,6). L’Apostolo usa delle categorie alle quali ogni buon ebreo del suo tempo era molto sensibile, come quelle di “eredità” e “promessa”, che richiamavano la vocazione di Abramo e il suo patto di alleanza con Dio. Un patto che fin dall’inizio prevedeva una benedizione da estendersi a tutte le genti, ma che non aveva ancora trovato un adempimento storico, fino alla nascita del Figlio di Dio.

I profeti avevano tenuto viva però quest’attesa: così Isaia, nella prima lettura, vede venire la luce del Signore, la gloria del Signore, che illumina la coltre di tenebre e nebbia che avvolge i popoli, così che le genti pagane e i loro re camminino alla luce di quello splendore e portino al popolo di Dio le loro ricchezze. Anche il Sal 71/72 vede i re di paesi lontani portare tributi e doni e prostrarsi e servire il re messianico, che Dio ha stabilito. Sembra proprio che nella fede di Israele non sia mai venuta meno l’eco della promessa fatta ad Abramo, secondo cui
in lui si sarebbero dette benedette tutte le famiglie della terra (cfr. Gen 12,3). La vocazione di Israele e la sua elezione sembrano state operate dal Signore in vista di questo “ministero della grazia di Dio” (Ef 3,2), come lo ha chiamato Paolo, di questo servizio prestato alla salvezza di tutte le genti. Tutti gli uomini infatti sono chiamati a prendere parte al piano di salvezza di Dio, che è universale, inclusivo, e che è giunto al suo compimento con la nascita, morte, resurrezione e glorificazione del Figlio di Dio.

La stella, vista dai Magi, è allora quella luce che Isaia aveva visto splendere secoli prima e che avrebbe dovuto guidare i popoli fino al Dio d’Israele, perché tutti gli uomini fossero incorporati a Gesù Cristo, perché tanto Israele come le genti diventassero Chiesa, cioè corpo di Cristo, comunità dei salvati, primizia della creazione nuova.

Ma di fronte a questo progetto di salvezza universale da parte di Dio, sta sempre la libertà umana di poterlo accettare o respingere. Esso non si compie automaticamente: richiede il nostro assenso. Il Vangelo di Matteo ci ha ricordato che anche coloro che sapevano molto bene dove sarebbe dovuto nascere il Messia, cioè i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, e persino colui che come re di Gerusalemme avrebbe dovuto gioire della nascita del salvatore, cioè Erode, non sentono alcuna urgenza di accertarsi se quanto dicono i Magi risponda a verità e se le profezie antiche, quindi, si stiano compiendo. Anzi, il fatto che Dio realizzi la sua storia di salvezza senza consultarci, senza consultare coloro che sono i suoi rappresentanti autorizzati (autorità religiose e politiche), genera diffidenza e paura, a volte addirittura violenza, come nel caso della strage degli innocenti.

Noi, però, seguiamo i Magi: lasciamoci sorprendere da Dio nel suo agire, lasciamoci invadere dalla gioia, che già Isaia annunciava (“Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore”, Is 60,5), e che ha riempito i Magi (“Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima”, Mt 2,10): sia la gioia di questo tempo di Natale la testimonianza che portiamo nel mondo per convincere tutti gli uomini che è venuto il loro Salvatore, che è nato il Redentore, che Dio ha fondato la sua Chiesa quale “segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (Lumen gentium I,1).

Scarica il PDF del Sussidio per l’Avvento e il Natale 2019.


Letture della
EPIFANIA DEL SIGNORE – ANNO A
Colore liturgico: BIANCO

Prima Lettura

La gloria del Signore brilla sopra di te.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 60,1-6

Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Màdian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 71 (72)
R. Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto. R.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra. R.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti. R.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri. R.

Seconda Lettura

Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 3,2-5.5-6

Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.

Parola di Dio

Vangelo

Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 2,1-12

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore