Il biblista don Fabio Rosini commenta il Vangelo di lunedì 1 Gennaio 2020, da Radio Vaticana, e dalle pagine di Famiglia Cristiana.
Commento audio di qualche anno fa.
Non più schiavi del denaro e del successo
L’avventura dei Magi culmina nell’adorazione del Re indicato dalla stella e dalle profezie. Dopo l’adorazione questi uomini fanno un gesto molto profondo: «Aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra». La loro reazione davanti a Gesù Bambino è un po’ come il parametro di un vero incontro con Cristo. Vediamo di capire meglio.
“Aprire lo scrigno” è quel che si fa quando si ha il cuore toccato, e lo scrigno è il proprio tesoro, quel che si ha a cuore, e lo stesso Vangelo di Matteo dice che «l’uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose buone» (Mt 12,35). Quello che l’uomo tesaurizza nel suo cuore è il contenuto dei regali dei Magi. Nel cuore dell’uomo c’è l’oro. Spesso l’uomo perde sé stesso appresso alla ricchezza e per denaro si fa tutto il male del mondo. Famiglie spaccate, generazioni sofferenti, nazioni oppresse a causa della sete della ricchezza. L’oro è l’idolatria fondamentale, è il materiale del vitello dell’Esodo.
Questi sapienti hanno capito che c’è qualcuno che vale più del loro oro, possono liberarsene, possono donarlo. L’amore di Cristo porterà tanti uomini e donne a disobbedire all’assolutizzazione del denaro. Francesco d’Assisi aprirà il suo scrigno e darà il suo oro, come tantissimi altri. Nel cuore dell’uomo c’è anche la trappola dell’incenso, che rappresenta l’onore, la gloria, il successo, la fama. Il profumo, l’aura che ci portiamo, quel che gli altri percepiscono di noi. Una vita passata alla mercé dell’opinione altrui, una sete di successo che rende meschini, invidiosi e maldicenti.
La propria immagine come il tiranno delle proprie giornate. Vivere per il proprio onore e odiare per una vita intera per rivendicare una gloria da quattro soldi. Chi incontra Cristo si libera di questa schiavitù e la può consegnare a Lui.
IL PROFUMO DEL MIO FUNERALE
Ma il dono più oscuro sembra essere la mirra. Si tratta di una resina aromatica usata per la sepoltura e in Gv 19,39 Nicodemo la offre per il corpo di Gesù. Che dono è? Posso donare il mio oro al Signore, ossia la mia ricchezza, e così il mio incenso che è la mia immagine, il mio profumo. Ma la mirra è quello che serve per la mia sepoltura: è il profumo del mio funerale, è la mia tomba che dovrà essere bella.
Da che abbiamo vestigia umane troviamo tombe; si parte per l’Egitto per vedere le Piramidi che sono tombe e il mondo antico era centrato sui monumenti funebri. L’Altare della Patria è una tomba e un tempo c’erano degli anziani che morivano di fame, ma qualcuno trovava nascosto il denaro per un funerale in pompa magna. La mia mirra mi farà fare bella figura pure da defunto. È la mia memoria, sono i miei progetti per essere eterno, per esorcizzare la morte. È tutto quel che pianifico per negare che sono un soffio, che sono fragile.
Il Salmo 116 dice: «Agli occhi del Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli». Si vede se uno ha trovato Cristo come i Magi perché non è più schiavo del denaro, del successo e dei suoi progetti. Può disprezzare denaro e fama e morire. Chiunque ami fa questo.
Qui tutti i commenti al Vangelo della domenica
di don Fabio Rosini
Letture della
EPIFANIA DEL SIGNORE – ANNO A
Colore liturgico: BIANCO
Prima Lettura
La gloria del Signore brilla sopra di te.
Dal libro del profeta Isaìa
Is 60,1-6
Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Màdian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 71 (72)
R. Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto. R.
Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra. R.
I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti. R.
Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri. R.
Seconda Lettura
Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 3,2-5.5-6
Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.
Parola di Dio
Vangelo
Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 2,1-12
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Parola del Signore