Il “bue e l’asinello”
Oggi, d’innanzi alla esiguità di Gesù-Dio, il Vangelo proclama solennemente la sua divinità: la sua più alta dignità si basa in riferimento a Dio, al Padre. Ma chi può riconoscerlo come Dio? Secondo Isaia (1,3),”il bue e l’asinello”, cioè, esseri con il cuore così semplice come per “conoscere” il proprio signore e ricordare la mangiatoia del loro padrone.
Nel Natale il “bue e l’asino” (i cuori semplici) sono i pastori, i Magi, Maria e Giuseppe. Potrebbe forse essere stato in un altro modo? Nella stalla dove c’è il Bambino Gesù non vivono persone agiate: lì vivono proprio il bue e l’asino. Ma noi ci troviamo così lontani dalla stalla, perché siamo troppo “agiati”? Non viviamo troppo in “Gerusalemme”, nel “palazzo”, per ascoltare la voce degli angeli e accorrere alla mangiatoia e adorarlo?
Nella Notte Santa il bue e l’asinello ci guardano con occhi inquisitori: il Mio popolo non mi capisce; tu capisci la voce del Signore?
Il Verbo si fece carne.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1, 1-18
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
Parola del Signore