Il commento alle letture del 30 Dicembre 2019 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
A quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme
LUNEDÌ 30 DICEMBRE (Lc 2,36-40)
Chi deve redimere Gerusalemme è il Signore. Non si tratta però di una redenzione pensata dall’uomo. Si tratta invece di una redenzione profetizzata dal Signore per mezzo dei suoi santi profeti. Così Isaia annunzia la redenzione di Gerusalemme: “Esulta, o sterile che non hai partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che non hai provato i dolori, perché più numerosi sono i figli dell’abbandonata che i figli della maritata, dice il Signore. Allarga lo spazio della tua tenda, stendi i teli della tua dimora senza risparmio, allunga le cordicelle, rinforza i tuoi paletti, poiché ti allargherai a destra e a sinistra e la tua discendenza possederà le nazioni, popolerà le città un tempo deserte. Non temere, perché non dovrai più arrossire; non vergognarti, perché non sarai più disonorata; anzi, dimenticherai la vergogna della tua giovinezza e non ricorderai più il disonore della tua vedovanza. Poiché tuo sposo è il tuo creatore, Signore degli eserciti è il suo nome; tuo redentore è il Santo d’Israele, è chiamato Dio di tutta la terra. Come una donna abbandonata e con l’animo afflitto, ti ha richiamata il Signore. Viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù? – dice il tuo Dio. Per un breve istante ti ho abbandonata, ma ti raccoglierò con immenso amore. In un impeto di collera ti ho nascosto per un poco il mio volto; ma con affetto perenne ho avuto pietà di te, dice il tuo redentore, il Signore”. Sono parole che rivelano tutto l’infinito ed eterno amore con il quale il Signore ama. Il suo amore è sempre di nuova creazione.
Così ancora continua il profeta: “Ora è per me come ai giorni di Noè, quando giurai che non avrei più riversato le acque di Noè sulla terra; così ora giuro di non più adirarmi con te e di non più minacciarti. Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto, né vacillerebbe la mia alleanza di pace, dice il Signore che ti usa misericordia. Afflitta, percossa dal turbine, sconsolata, ecco io pongo sullo stibio le tue pietre e sugli zaffìri pongo le tue fondamenta. Farò di rubini la tua merlatura, le tue porte saranno di berilli, tutta la tua cinta sarà di pietre preziose. Tutti i tuoi figli saranno discepoli del Signore, grande sarà la prosperità dei tuoi figli; sarai fondata sulla giustizia. Tieniti lontana dall’oppressione, perché non dovrai temere, dallo spavento, perché non ti si accosterà. Ecco, se ci sarà un attacco, non sarà da parte mia. Chi ti attacca cadrà contro di te. Ecco, io ho creato il fabbro che soffia sul fuoco delle braci e ne trae gli strumenti per il suo lavoro, e io ho creato anche il distruttore per devastare. Nessun’arma affilata contro di te avrà successo, condannerai ogni lingua che si alzerà contro di te in giudizio. Questa è la sorte dei servi del Signore, quanto spetta a loro da parte mia. Oracolo del Signore” (Is 54,1-17). Ecco cosa è la redenzione per il nostro Dio: una vera nuova creazione, il dono di una nuova vita. Non è il ristabilimento di un ordine antico. Con Dio le cose vecchie sono passate.
Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Come si aspetta la redenzione di Gerusalemme? Preparando cuore e mente ad accogliere il nuovo Redentore che il Signore ha mandato per noi. Oggi una parola va affermata con tutta chiarezza. Se il Redentore è il Santo d’Israele, il Dio Forte, poiché il Redentore nostro è Cristo Gesù, Cristo Gesù è il Santo d’Israele, il Dio forte. È questa una verità che nessuno dovrà mai porre in dubbio. Il Padre è Redentore, Cristo Gesù è Redentore mandato dal Padre, lo Spirito Santo è Redentore mandato dal Padre e dal Figlio. Il Padre redime, donandoci il Figlio per la nostra nuova creazione. Il Figlio redime donandosi al Padre dalla croce. Lo Spirito Santo redime creando l’uomo nuovo, rigenerandolo nelle acque del Battesimo. È il mistero.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci partecipare alla redenzione di Cristo, in Lui.