Oggi ricordiamo la figura di Stefano, il primo discepolo cristiano che ha reso testimonianza al Signore fino in fondo, testimoniando la fede con il sangue…
Che stridore, amici! Ieri abbiamo ricordato la nascita del Signore Gesù, oggi ricordiamo la nascita al cielo del primo discepolo, ucciso a causa della sua fede. Strano giorno in cui ricordare un martire!
Non disturba la nostra quieta visione del Natale, la nostra placida digestione questa festa? Non contraddice le belle emozioni che abbiamo provato durante la notte santa mentre ascoltavamo i canti tradizionali? Sì, certo, e tanto. E meno male.
La Chiesa nella sua millenaria saggezza, vuole ricordarci che la venuta di Dio si consuma in un clima di tensione, di violenza, di tenebra. È pieno di sangue il Natale che abbiamo riempito di zucchero! È pieno di contraddizione, questo figlio segno di contraddizione, questa luce che viene senza che le tenebre la accolgano. L’umanità non ha fatto una grande figura la prima venuta di Cristo! Chi lo ha accolto? Poche persone, i poveri e gli sconfitti.
I sacerdoti del tempio, invece, e i potenti, hanno subito considerato Dio come un pericoloso concorrente. E hanno deciso di eliminarlo. È pieno di sangue il Natale che abbiamo riempito di zucchero! Ricordiamocelo, quando roviniamo il Natale scordandone il significato profondo…