Siamo alla IV domenica di Avvento e la liturgia della Parola di questa domenica nellโanno A ci presenta lโannunzio della nascita di Gesรน a Giuseppe dal Vangelo di Matteo, un parallelo dellโannunciazione a Maria narrata dal Vangelo di Luca. Anche Giuseppe riceve tramite un angelo la chiamata ad una paternitร tutta speciale verso Gesรน, che รจ allo stesso tempo figlio di Davide e figlio dellโAltissimo. Dalla narrazione Giuseppe emerge come una figura di uomo davvero intensa e bellissima, come dโaltronde lo รจ la coppia dei due giovani sposi di Nazaret, chiamati insieme a collaborare alla salvezza di Dio per lโumanitร .
Il Vangelo spinge a parlare di Giuseppe, ma oggi vogliamo porre attenzione ai โnomiโ con i quali lโevangelista si riferisce al Signore: Cristo, generato di Spirito Santo, Gesรน, Emmanuele. Essi rivelano la sua identitร e la sua missione, quello che Lui รจ e fa per noi.
Matteo inizia il Vangelo cosรฌ: Genealogia di Gesรน Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo. Subito dopo la genealogia, il brano odierno ci racconta il momento iniziale: Ecco come avvenne la nascita di Gesรน Cristo. In questo nome, che dopo la Pasqua รจ diventato un unico nome proprio, รจ racchiuso il mistero e il senso del progetto di Dio.
Cristo รจ la forma greca che traduce lโebraico Messia e significa โuntoโ, indica colui che ha ricevuto lโunzione per una consacrazione regale o sacerdotale. Nei testi biblici si riferisce particolarmente allโUnto di Jhwh, personaggio promesso da Dio e atteso dal popolo di Israele come il liberatore, lโinstauratore dei tempi nuovi e definitivi caratterizzati dalla pace, dalla gioia, dalla salvezza. I primi discepoli lo hanno riconosciuto in Gesรน di Nazaret, che da allora la Chiesa annuncia come Signore e Messia.
Il Cristo/Messia promesso e atteso รจ dunque in una relazione diretta con Dio. Ma come sarร in relazione con il mondo? Come apparirร ? Ecco allora che lโevangelista ci presenta lโopera divina dello Spirito Santo nella maternitร verginale di Maria. Siamo di fronte alla meravigliosa bellezza e grandezza del mistero dellโIncarnazione: Gesรน Cristo รจ generato per opera dello Spirito Santo e prende carne da Maria, รจ il Figlio unigenito del Padre e viene formato nel grembo di una donna. Viene dallโAlto ma appartiene anche ad una storia umana che lโevangelista ha sottolineato con la lunga genealogia degli antenati. Gesรน Cristo รจ vero Dio e vero uomo: solo con uno sguardo contemplativo e lโintuizione della fede possiamo cogliere lโinaudito e sommo amore che vibra nel mistero del Verbo incarnato.
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Veniamo al nome Gesรน, comune allโepoca. A Giuseppe viene consegnato il nome del nascituro, perchรฉ glielo imponga assumendone cosรฌ la paternitร legale. Il nome Gesรน viene interpretato come โDio salvaโ. Salvare il popolo รจ lโopera di Dio, come afferma la profezia gioiosa di Sofonia: Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te รจ un salvatore potente. Gioirร per te, ti rinnoverร con il suo amore (Sof 3,17) e quindi viene suggerito che nel bambino sarร presente Dio stesso con la sua azione salvifica. Il nome viene ulteriormente spiegato, in modo da chiarire in che modo Gesรน salverร il popolo: non un liberatore politico o militare ma il liberatore dalla schiavitรน dal peccato e dunque dalla morte.
Come sigillo della narrazione, lโevangelista introduce il riferimento alla profezia di Isaia circa la vergine che concepirร un figlio (cf Is 7,14). Il profeta parlava al re Achaz in un momento critico per il regno e annunciava la nascita di un figlio importante. Il bambino doveva essere chiamato Emmanuele che significa โDio con noiโ e in tal modo la sua nascita diventava segno che Dio non avrebbe abbandonato il popolo. Matteo riconosce nella nascita di Gesรน Cristo il compimento di questa profezia. Legando a Gesรน la figura dellโEmmanuele, lโevangelista ci indica che cโรจ la presenza di Dio in Gesรน e la presenza di Gesรน con il popolo. Questo messaggio รจ particolarmente importante, al punto da essere ripetuto anche alla fine del primo Vangelo (cf Mt 28,20).
Ecco allora che a pochissimi giorni dal Natale siamo chiamati dalla Parola a fissare gli occhi sul mistero dellโIncarnazione. Tutto ciรฒ che il Signore รจ, lo รจ per noi. Per noi รจ Cristo, Emmanuele e Salvatore. Quando, come gli Israeliti nel deserto, ci chiediamo: ยซDio sta con noi o no? (cf. Es 17,7), Dio mi รจ vicino o no? ยป il Vangelo ci assicura che la nascita di Gesรน Cristo รจ il segno che Dio รจ con noi, sta al nostro fianco, รจ presente nei nostri luoghi, accompagna sempre le nostre esistenze, specialmente nelle fasi difficili e accidentate. Dio ha voluto essere cosรฌ tanto con noi da farsi uomo, assumere la nostra fragilitร e debolezza, vivere le nostre fatiche, i dolori e le gioie. E se ci chiediamo in che modo รจ con noi, la risposta sta nel nome di Gesรน: liberarci e salvarci dal peccato, che rende la nostra vita un vuoto a perdere.
Che comprensione, che intuizione abbiamo di Colui che viene? Riconosciamo che Lui รจ la fedeltร di Dio verso lโumanitร , che in Lui viene adempiuta la promessa di bene e benedizione che Dio ha fatto alla vita di ciascuno di noi e di ogni essere umano?
Riempiamo di desiderio la nostra attesa e prepariamoci a celebrare il mistero di Dio che si fa uomo, che ha voluto abbracciare la nostra carne per colmarla di vita vera, divina ed eterna. Quanta riconoscenza e lode e gioia sgorgherร dal nostro cuore?