Sant’Efrem Siro – Commento al Vangelo del 19 Dicembre 2019

L’angelo gli disse: «Dio ha esaudito la voce della tua preghiera». Se Zaccaria credeva che la sua preghiera sarebbe stata esaudita, pregava bene; se non credeva, pregava male. La sua preghiera era sul punto di essere esaudita; eppure, egli ne ha dubitato.

È quindi giusto che in quel momento stesso la parola si sia allontanata da lui. Prima, pregava per ottenere un figlio; nel momento in cui la sua preghiera è stata esaudita, ha cambiato e ha detto: «Come avverrà questo?». Poiché la sua bocca ha dubitato della sua preghiera, ha perso l’uso della parola (…).

Finché Zaccaria credeva, parlava; non appena non ha più creduto, ha taciuto. Finché credeva, parlava: «Ho creduto e per questo ho parlato» (Sal 116,10). Poiché ha disprezzato la parola dell’angelo, questa parola lo ha tormentato, affinché onorasse col silenzio la parola che aveva disprezzato.

Era giusto che diventasse muta la bocca che aveva detto: «Come avverrà questo?», perché apprendesse la possibilità del miracolo. La lingua che era sciolta è stata legata perché imparasse che Colui che aveva legato la lingua poteva sciogliere il seno. In tal modo, quindi, l’esperienza ha insegnato a colui che non aveva accettato l’insegnamento della fede. (…)

Egli ha appreso così che Colui che aveva chiuso una bocca aperta poteva aprire un seno chiuso.

Fonte: «Vangelo del Giorno» è un servizio proposto dall’associazione internazionale Evangelizo.


La nascita di Giovanni Battista è annunciata dall’angelo.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 1, 5-25 Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini». Parola del Signore

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