TRA LA GIOIA E LO SCANDALO
Giovanni il Battista ha annunciato “colui che viene” come il più forte, come colui che realizza il giudizio di Dio con la scure posta alla radice di ogni albero cattivo, pronto a bruciare ogni sorta di male (Mt 3,10-11). Ma, similmente a quel giorno in cui, allibito, vide il Signore in fila con i peccatori venirgli incontro per farsi battezzare, ora, gettato in carcere, l’ultimo dei profeti è smarrito: sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro? (Mt 11,3) – manda a dire a Gesù, così diverso nel suo agire e parlare con gli uomini dal messia veniente predicato. Allora delle due l’una: o è sbagliata la sua attesa, o è sbagliato pensare che Gesù è l’atteso. Ecco il senso della domanda inviata.
La realtà ti parla del vangelo e il vangelo ti parla della realtà. Basterebbe questo primo passo del vangelo per leggere dentro quel che accade oggi nella chiesa di Dio, sotto il pontificato di Francesco. Non finiscono di moltiplicarsi gli sdegni, i turbamenti, i dubbi dottrinali, se non addirittura le sentenze e le puerili dietro-ideologie, difronte al modo di agire e di parlare di Francesco. Ma la radice comune è sempre quella: la fatica di credere che “colui che viene” sia così come il vangelo ce lo racconta, e non come supporrebbe o vorrebbe il bisogno della nostra mente che pretende sempre puntuali accertamenti normativi su ogni problema che la fede affronta.
La grandezza vera di Giovanni (decantata anche dal Signore nella seconda parte del vangelo) sta esattamente nel mettere in crisi se stesso piuttosto che l’Atteso: davanti al suo essere così diverso dalla propria attesa, la sua incomprensione non diventa paura aggressiva, la sua certezza non diventa minaccia per chi non si allinea con essa. Giovanni non si irrigidisce. Piuttosto, il suo sbigottimento si fa stupore. La sua austera, rocciosa integrità, si fa domanda smarrita che attende una risposta. Proprio come il salmista che, più o meno alla fine del percorso del suo cammino, prega con sapienza: giunga il mio grido fino a te Signore, fammi comprendere secondo la tua parola…come pecora smarrita vado errando, cerca ancora il tuo servo, perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti (Sal 119).
Giovanni è davvero il più grande, ma perché? Perché come ogni vero uomo di Dio, soprattutto quando si sente sicuro di conoscerlo, resta aperto al suo Mistero con una domanda che può compromettere le proprie certezze. Non crede forse a Colui che dice: i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vie ?(cfr.Is 55,8). Giovanni è davvero il più grande perché si fa piccolo davanti alla assoluta novità di Gesù. Nuova a tal punto che, in continuità con la storia di Israele, fa esprimere così il Signore mentre tesse l’elogio del Battista: ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui (Mt 11,11). Vediamo morire Giovanni martire dopo questa domanda; dopo aver ricevuto un messaggio da Gesù che, piuttosto che offrirgli una risposta “dottrinale”, lo rimanda alle opere che i suoi discepoli possono da se stessi vedere ed udire (Mt 11,4-5). L’uomo di Dio diventa piccolo davanti all’inafferrabilità del suo Mistero, egli sa fermarsi alla sua soglia per lasciare il testimone ad un altro. Sa accontentarsi del responso divino che lo invita ad ammirarlo nelle sue opere.
Cosa dice a tutti il vangelo in questa 3a domenica di Avvento? Che Gesù sarà sempre la gioia di chi lo accoglie così come Lui si rivela (Mt 11,6). E sarà invece sempre pietra di scandalo per chi ha la pretesa di dirigere il pensiero del Signore. Nel cammino della vita spirituale infatti, alla fine, ci è chiesto di abbandonarci a Lui, come fece il Battista in carcere. Dobbiamo guardarci da una tentazione: quella di voler dare consigli allo Spirito Santo, anziché riceverli. Infatti, “chi ha diretto lo Spirito del Signore e come suo consigliere gli ha dato suggerimenti?” (cfr.Is 40,13). Lo Spirito Santo dirige tutti, e non è diretto da nessuno; guida, ma non è guidato. C’è un modo sottile di suggerire allo Spirito Santo quello che dovrebbe fare con noi e come dovrebbe guidarci. (P.Raniero Cantalamessa, 2a predicazione d’Avvento alla Casa Pontificia, 9.12.2016). Chiediamo in dono a Dio un anticipo della gioia del Natale. Chiediamogli di donarci quello che diceva a se stesso il santo Papa Giovanni XXIII: “Devo mettermi in testa che siccome Dio mi vuole bene, è inutile che gli dia consigli sul mio avvenire, devo solo abbandonarmi alla Sua volontà”. Abbandonarsi a Dio, lasciare a Lui le risposte che il nostro cuore non riesci a darsi, è fonte di pace e di gioia.
Letture della
III DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A
Colore liturgico: VIOLA o ROSACEO
Prima Lettura
Ecco il vostro Dio, egli viene a salvarvi.Dal libro del profeta Isaìa
Is 35,1-6a. 8a. 10
Si rallegrino il deserto e la terra arida,
esulti e fiorisca la steppa.
Come fiore di narciso fiorisca;
sì, canti con gioia e con giubilo.
Le è data la gloria del Libano,
lo splendore del Carmelo e di Saron.
Essi vedranno la gloria del Signore,
la magnificenza del nostro Dio.
Irrobustite le mani fiacche,
rendete salde le ginocchia vacillanti.
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto.
Ci sarà un sentiero e una strada
e la chiameranno via santa.
Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore
e verranno in Sion con giubilo;
felicità perenne splenderà sul loro capo;
gioia e felicità li seguiranno
e fuggiranno tristezza e pianto.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 145 (146)
R. Vieni, Signore, a salvarci.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.
Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. R.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri. R.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R.
Seconda Lettura
Rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Gc 5,7-10
Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.
Parola di Dio
Vangelo
Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,2-11
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
Parola del Signore