Il Vangelo del giorno, 11 Dicembre 2019 – Mt 11, 28-30

II settimana di Avvento

  • Periodo: Mercoledì
  • Il Santo di oggi: S. Damaso I (mf); S. Daniele Stilita; S. Sabino
  • Ritornello al Salmo Responsoriale: Benedici il Signore, anima mia.
  • Letture del giorno: Is 40, 25-31; Sal.102; Mt 11, 28-30
  • Calendario Liturgico di Dicembre

Leggi il brano del Vangelo odierno

Mt 11, 28-30
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Le letture del giorno (prima e Vangelo) e le parole di Papa Francesco da VaticanNews.

Commento al Vangelo a cura dei
Monaci Benedettini

Un carico leggero.

C’è un bell’invito quest’oggi per tutti noi che stiamo, giorno dopo giorno, entrando nel clima natalizio, carichi dei nostri fardelli e spesso affaticate e oppressi dalle alterne vicende della nostra vita: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.

Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero». La nostra vita è un libro sempre aperto per il Signore: egli sa delle nostre vicende personali, legge ogni istante la storia del mondo ed è costante la sua cura paterna per tutti e per ognuno di noi. Cristo viene a redimere la nostra storia e ci sollecita ad andare con fiducia da lui per liberarci dalle nostre stanchezze e dalle nostre oppressioni. Egli sa che non siamo capaci a portare da soli certi pesi, né siamo capaci di liberarci dalle nostre stanchezze e dalle nostre infelicità.

Abbiamo bisogno di un ristoro sicuro, di una consolazione vera e di una gioia autentica e duratura. Il giogo che egli ci affida, la fatica del nostro ritorno a lui e l’impegno necessario per seguire i suoi precetti è “dolce” e “leggero”, perché quel peso e quella fatica se la uniamo alla grande fatica che egli ha sostenuto per noi portando, con la croce, i pesi più grandi, i nostri peccati, concorre ancora ad essere motivo di salvezza e di redenzione.

Gesù si definisce “mite ed umile di cuore”, proponendosi come nostro modello e indicandoci la via per andare da lui: occorrono mitezza ed umiltà, le virtù che frenano le nostre inquietudini e ci predispongono ad una vera comunione con Cristo.

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