Non si abbandonano novantanove pecore per salvarne una, rischiano di perdersi tutte. Non è una pecora che si smarrisce, ma è lui che la perde. È lui interessato, magari l’altro non sa neanche di essere perso.
Se là dove io sono smarrito l’altro mi condanna, io sono perduto. Se là dove sono smarrito l’altro mi è vicino, io sono guadagnato. Lo smarrimento è fatica, certo, ma da questo punto di vista è opportunità. Occasione che la vita ci offre per sperimentare l’essere figli di uno stesso Padre e dunque fratelli, figli di un Padre che ci cerca se siamo smarriti e ci porta a casa.
Lo smarrimento è il luogo dove uno non è abbandonato, ma cercato dal Padre, il pastore che si preoccupa. Proprio dove siamo deboli e fragili, lì è il luogo dove sperimentiamo un’accettazione, un amore più profondo. È dove possiamo amare di più, perché abbiamo sperimentato più accettazione e più amore. Sono proprio la nostra piccolezza e il nostro smarrimento il fondamento della nostra crescita: l’accettare questo, in noi e fuori di noi.
Enrica Bonino s.a.
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato