“Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui.” Mi stupisce sempre la fede di queste persone che portano l’uomo paralizzato. È probabile che lui non voleva neanche andare da Gesù perché si è abituato a essere paralizzato.
Forse anche per comodo non voleva andare, siccome ha 4 amici che si prendono cura di lui. Quante volte ci è più comodo restare paralizzati nella vita che fare un cambiamento. Il cambiamento ci impaurisce, la novità è sempre qualcosa che non possiamo calcolare e prevedere come andrà finire. Ma questi uomini che portano paralizzato, loro ci credono, sono sicuri che quel uomo può cambiare, basta metterlo davanti a Gesù. Uomini di fede ci insegnano che bisogna fidarsi anche se le ragioni dicono di no.
Non soltanto ci insegnano di fidarsi a Gesù, ma ci insegnano che bisogna andare avanti nel cammino della fede quando si incontrano gli ostacoli, e loro né avevano tanti: “Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza.” Quando uno ci crede veramente, trova sempre il modo di andare fino alla fine, di non arrendersi mai, soprattutto quando ostacoli diventano sempre più numerosi e difficili.
Arriviamo al cuore del vangelo! L’uomo paralizzato non è guarito per propria fede ma per la fede di quelli che lo portavano a Gesù. Mi piace immaginarmi come un paralizzato che viene portato sul lettuccio dalle persone che continuamente pregano per me. Sì, tutti siamo paralizzati, ma ciò che spesso ci salva è la fede degli altri. Anche noi con la nostra fede possiamo salvare chi non spera più, chi si è arreso nel cammino della fede.
Commento a cura di fra Mario Berišić OFMCap
Oggi abbiamo visto cose prodigiose.