fra Mario Berišić – Commento al Vangelo del 7 Dicembre 2019

“Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite…” Questa frase se viene accolta dal nostro cuore, immediatamente scaccia ogni accusa, che si può creare dentro di noi, e si riferisce spesso a Dio, “perché non agisce quando soffriamo”. Infatti nel momento in cui ci sentiamo stanci e sfiniti, Gesù prova compassione, non dice “poverini”, perché chi dice “poverini” non fa nulla riguardo alle persone che considera tali, anzi gira la testa perché non vuole entrare nel dolore che quella persona prova.

Gesù invece sente un dolore e patisce con le persone che soffrono e che sono ormai stanche e sfinite. L’evangelista non ci dà delle informazioni sul perché le folle si sentono stanche è sfinite, magari perché è consapevole che ciascuno di noi ha qual cosa che lo rende stanco, alle volte anche sfinito ed oppresso, sia che si tratta della malattia, dal lutto per una cara persona, dalla sensazione di vuoto nel cuore, dalla tristezza, dalla paura che ci blocca. Ciascuno di noi potrebbe tranquillamente aggiungere la causa che crea in noi la stanchezza, che arriva a tal punto di sentirsi sfinito.

Ebbene Gesù non rimane mai, ma mai indifferente di fronte a chi soffre. Che cosa fa Gesù? “Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!»” Gesù non ha bisogno delle preghiere, ma futuri operai hanno bisogno delle preghiere, perché sono pochi quelli che vogliono portare il peso degli altri. Se entriamo in questa ottica, allora è chiaro che Gesù non sta chiedendo i discepoli di pregare per altri discepoli, per altri sacerdoti, religiosi e religiose, ma per ogni persona che vuole lavorare sul campo di Dio!

A noi forse non è dato il potere di scacciare i demoni, di guarire i malati e ogni infermità, di dare la vista ai ciechi, a noi è chiesto sentire la compassione, con-patire e non rivolgere mai lo sguardo da chi sta nella sofferenza. Questo lo saremo capaci soltanto se noi ci accorgiamo, che c’è qualcuno che ci guarda e non rimane indifferente ma patisce insieme a noi.

Commento a cura di fra Mario Berišić OFMCap


Vedendo le folle, ne sentì compassione.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 9, 35 – 10,1.6-8 In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Parola del Signore

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