LA GRATUITA’ SALVERA’ IL MONDO
C’è chi guarda le folle per esaltarsi, chi per lucrare un buon incasso al botteghino, chi per spuntarla con lo share. C’è anche chi guarda le folle con fastidio, chi non sopporta l’odore della gente, ravvisando sempre e comunque orde di barbari; chi invece, pensando ai target e alle strategie di marketing, divide la folla raggruppando altre folle guardate come futuri codici a barre da collezionare per guadagnare e crescere in borsa. Come accade anche a noi, che guardiamo a chi ci è accanto attraverso i filtri delle categorie, spersonalizzando tutti per poterli inserire in un qualche tipo di folla.
Ci sembra molto più semplice la vita se generalizziamo: gli italiani, gli americani i rom, gli immigrati, gli omosessuali, i romanisti e i laziali. E così guardiamo anche nostro marito, infilandolo nella categoria degli uomini e dei mariti, magari meridionali e figli unici. E così la moglie e i figli, tutti ibernati nei pregiudizi con i quali ci illudiamo di comprendere gli altri per saperli gestire e trarne il maggior profitto. Ciò significa che in molte delle nostre relazioni non vi è traccia di amore. Eh sì, perché o è completamente gratuito, o non è amore. Puoi continuare a chiamare “amò” il tuo fidanzato o tua moglie se vuoi, ma è pura illusione, o magari abitudine… Perché l’amore prima si “riceve gratuitamente” e poi si “da” altrettanto “gratuitamente”.
Non esiste altro cammino al compimento della nostra vita che quello sul quale sperimentare la totale gratuità con cui siamo amati personalmente da Dio. Ascolta! Cristo ha dato la vita per te, solo per te! Se fosse mancata una sola frustata sulla sua schiena, se non fosse colata sul suo viso anche l’ultima goccia di sangue tu non saresti stato salvato. E tutto questo mentre di Lui a te non importava nulla, e avevi deciso di fare di testa tua. Amato proprio mentre ascoltavi e credevi alla menzogna che Dio non ti amava, quella con cui il demonio ti legava a sé strappandoti dal Paradiso della gratuità.
Per questo non sei libero, esigi e ti difendi, pagando e facendo pagare un briciolo di affetto e considerazione. Ma proprio “mentre noi eravamo ancora peccatori” – ieri? stamattina? – “Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5,6-8). Mentre tu ed io stavamo giudicando il fratello Cristo ci ha amato. Sapendo che lo avremmo ucciso, si è fatto trovare dove avremmo peccato per consegnarsi a noi e così lavare con il suo sangue il nostro cuore malato.
Perché l’esigenza con cui obblighiamo gli altri a darci la vita che non abbiamo è vinta solo dalla gratuità dell’amore di Dio. Per questo anche oggi Gesù ci guarda con “compassione come a pecore senza pastore”, figli perduti del nuovo Israele che hanno dimenticato la gratuità che li ha scelti, chiamati, eletti e generati; è il Buon Pastore che ci viene a cercare dove vaghiamo senza riuscire a dare compimento alla nostra vita. Solo chi ama gratuitamente, infatti, vive in pienezza, nella gioia, nella pace e nella libertà dei figli ritornati nel “Regno dei Cieli”.
Allora, accogli lo sguardo del Signore, (la sua Parola predicata dalla Chiesa), ci annuncia la sua carne, (i sacramenti) pronta ad abbracciarci per prendere su di sé il peso dei nostri peccati e strapparci all’anonimato della folla che non conosce la gratuità. E’ solo questione di aprire il cuore anche solo di un millimetro per “ricevere” il suo sguardo e le braccia che ti sollevano sulle sue spalle. E’ lassù, dove puoi solo lasciarti portare, che si sperimenta la gratuità del suo amore.
Fratelli, solo la gratuità che risplende nei cristiani salverà il mondo pieno di mercenari al soldo del demonio che vengono per ingannare e approfittarsi e rubare l’anima, spadroneggiando sulla vita delle folle, offrendo pane e circenses, addomesticandone il cuore con falsi amori e passioni, silenziandone l’anima con false certezze, per gettarle nella disperazione, senza pastore. Solo la gratuità, infatti, è il segno più reale e credibile che il “Regno dei Cieli” esiste e, in noi guariti e liberati dall’inganno del demonio, “è vicino” a ogni lebbroso morto a causa della stessa menzogna.
Commento a cura di don Antonello Iapicca
Qui l’intervista Rai a don Antonello
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