don Franco Scarmoncin – Commento al Vangelo di domenica 24 Novembre 2019

1° Lettura

– Davide era un povero pastore di Betlemme; un giorno Dio lo sceglie come Re di Israele al posto di Saul, il re legittimo, ma infedele e perciò  rifiutato da Dio.

Davide si mette a capo di una banda di sbandati e comincia a combattere contro i Filistei.

La fama delle sue capacità si allarga alle varie tribù: prima in Giuda e poi via via anche a quelle del Nord.

Nel frattempo il re Saul è morto e Davide che era stato unto re, ma di nascosto, comincia a comportarsi come il vero Re di Israele.

Impressionati dalle sue gesta belliche e del favore della gente e dei soldati stessi, i capi delle tribù di Israele si radunano a Gerusalemme per eleggere Davide come loro Re.

Davide accetta e sarà Re su tutto Israele; un lungo regno, saggio, potente, al quale tutti i popoli del mondo guarderanno con ammirazione e rispetto.

Questa forza del Regno verrà persa appena i vari successori si comporteranno in maniera dispotica e arrogante.

Ricostruire il grande Regno di Davide sarà il sogno degli Israeliti lungo tutti i secoli, dal 1000 a.C. fino al tempo di Gesù… Per il ritorno di questo nuovo e grande Regno di Davide ogni israelita pregava Dio: il Messia sarebbe stato il nuovo Davide.

Gesù è la risposta di Dio alle preghiere e alle attese del suo popolo.

Come mai poi gli ebrei non hanno capito e accolto il loro Re ?

Gesù nel Vangelo ce ne dà una risposta.

Gesù sarà un Re ma su un’altra dimensione e prospettiva.

VANGELO

Nei primi secoli dell’era cristiana Gesù in croce veniva raffigurato non come lo vediamo oggi: sofferente, coronato di spine, morente, che perde sangue… un relitto umano…

Veniva invece rappresentato sempre in croce, con le braccia aperte, vestito con i paramenti regali (che erano anche quelli delle solenni celebrazioni liturgiche), con i piedi appoggiati su un piccolo piedestallo, con in testa la corona d’oro, e il viso splendente e luminoso proprio di un Re vittorioso…e risorto per sempre…Solamente nel medioevo il Crocefisso ha assunto la forma dell’Uomo sofferente spogliato da ogni insegna regale, morto…e continua ad essere morto nelle nostre chiese…

– Gesù regna dalla croce.

Non è un valore la croce; la croce è una disfatta, un fallimento, un patibolo, una malora…la realtà più negativa e terribile che esista…

Il valore non è la croce; ma l’Amore con cui Gesù ha accettato la croce.

La croce che Gesù ha accettato “per amore” diventa il trono e sul trono ogni Re esprime la sua regalità e la sua giustizia, tutta la sua grandezza e potenza…

Qual è la potenza di Gesù-Dio ?

Quella dell’Amore !

Dove Dio manifesta in maniera evidente il suo Amore potente ?

Sulla croce!

La croce segno del fallimento di Gesù diventa il segno massimo del suo Amore che salva.

– La croce (per Amore) è pure l’altare sul quale Gesù Sommo Sacerdote offre al Padre la Vittima (Lui stesso) immolato liberamente e volontariamente.

– Sulla croce Gesù è il Sacerdote, che offre il sacrifico (la Vittima in questo caso è un Persona, non un animale) e quel Sacerdote è il più degno in assoluto di offrire questo sacrificio a Dio Padre.

La morte volontaria di Gesù è il Sacrificio di Gesù, è la cosa più cara e grande che il Padre possa ricevere.

– La morte di Gesù è il segno massimo dell’Amore di Gesù verso il Padre (perché Gesù ha sacrificato tutto se stesso per il Padre)…e quella morte è pure il segno massimo dell’Amore del Padre verso di noi perché ha preferito salvare noi e lasciare morire Gesù.

– Gesù è Re perché è a capo di un Regno in cui i valori sono sovvertiti: non più potere, ma servizio; non odio e arrivismo, ma perdono; non sete di denaro e possedere tutto, ma scelte di povertà ed essenzialità di vita; non costrizioni e obblighi, ma libertà; non leggi coercitive, ma scelte di coscienza…

– Gesù è Re perché ha costituito un Regno in cui si mette Lui stesso dalla parte del debole, dalla parte del povero, di chi è svantaggiato, di chi non ha nessuno a difenderlo…per farlo sentire forte e appoggiato alla pari del potente e del ricco.

La difesa del povero non la assume nessun altro, se non Gesù.

E se non è ancora scelto da noi come nostro Re, punto di riferimento della nostra vita, è segno che non solo non abbiamo ancora capito nulla di Gesù, ma che preferiamo farci ingannare da quanti imbonitori, imbroglioni e corrotti…che dicono di fare il nostro bene.

In realtà a fare il nostro vero bene è stato e ci rimane solo Lui.

Commento a cura di don Franco Scarmoncin – Diocesi di Padova

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