Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 22 Novembre 2019

La casa: il luogo da cui partiamo per affrontare le nostre giornate, il luogo in cui torniamo stanchi dalle nostre avventure, il luogo in cui ci rifugiamo per riposarci e trovare pace. La casa diventa allora non solo il luogo fisico in cui abitare, ma anche tutti quegli spazi dove la nostra vita si ristora, dove trova le energie per ripartire, dove sa che sarà accolta quando deve ritornare.

Spazi di cui abbiamo un bisogno primario, proprio come quello di una casa, e che a volte capita invece di trascurare presi dalla frenesia delle cose da fare, da finire, da sistemare. Anche i momenti più sacri diventano allora luoghi di compravendita, di produzione, di mercanzia: tutto è subordinato alla logica della produzione e del consumo, di un mercato perenne che ci chiede di avere di più, di fare di più, di valere di più, anziché di essere.

Per Gesù quel luogo coincide con il tempio, il luogo della preghiera: è da lì che parte la vita, e da lì che la vita trova il suo senso e la sua forza, e tutto ciò non ha prezzo. Gesù viene allora a insegnare nel tempio, anche se è assediato dai mercanti, anche se vogliono mettere a tacere le sue parole e farlo morire; lui continua a parlare al tempio dei nostri cuori a prescindere da tutto questo, ogni volta che vorremmo tornarci.

Caterina Rapini

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Avete fatto della casa di Dio un covo di ladri.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19, 45-48

In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

Parola del Signore

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