Gesù Cristo, re di riconciliazione. La persona di Gesù Cristo sta al centro della vita cristiana: il suo “regnare” è un perenne atto di amore per tutta l’umanità. La sua signoria diventa per noi stimolo e coinvolgimento nella trasfigurazione della nostra terra.
La solennità di Cristo Re dell’universo coincide con la conclusione dell’anno liturgico. Già le letture delle scorse domeniche hanno invitato i fedeli a riflettere sul tema delle realtà ultime, cioè la morte, il giudizio, la risurrezione dai morti e la speranza sulla fine dell’ordine storico presente. La parola di Dio odierna invita finalmente a contemplare il Signore, Re dell’universo, come colui che porta a compimento la storia riconciliando gli uomini con Dio per ristabilire la comunione compromessa dal peccato delle origini (seconda lettura).
La prima lettura, dal canto suo, ricorda che il compito primario dei re in Israele era di pascere il popolo, averne cioè cura, sia sul piano materiale sia su quello spirituale. Poiché i re di Israele, Davide compreso, mostrarono di essere fragili e peccatori, ben presto nacque, grazie alla predicazione dei profeti, la speranza messianica, che riecheggia nella narrazione della crocifissione e della morte di Gesù (vangelo).
Morendo in croce, Gesù, centro della storia, non esercita la propria regalità in maniera trionfalistica, alla stregua dei potenti di questo mondo, ma attraverso il dono totale di sé per la salvezza dell’umanità.