Lo scandalo è una cosa che Dio non può non permettere, perché toglierebbe la libertà umana e l’uomo diventerebbe una macchina. Dobbiamo diventare pienamente consapevoli della responsabilità che è data a ciascuno di noi. Possiamo indurre fratello in peccato, cioè nello scandalo, oppure farlo uscire dalla condizione del peccato e riportarlo alla vita.
Chi e complice di scandalo “È meglio per lui che gli venga messa al collo e una macina da mulino e sia gettato nel mare”. Qui Gesù ovviamente non vuole che qualcuno si suicidia, perché Dio dice attraverso la bocca del profeta Ezechiele 33,11 : “Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva”, ma piuttosto vuole far capire che nostro scandalo è peggiore del fatto che uno ci mette la macina da mulino e ci getta nel mare. Nostro peccato può soffocare non soltanto noi negli abissi del male, ma è capace di fare le catene e legare molte persone.
Ecco perché Gesù sottolinea che bisogna stare attenti a noi stessi, non a un prete o a un religioso, oppure a un laico che sta sempre in chiesa e non vivono autenticamente la loro vocazione. Noi ostacoliamo Dio di agire nelle vite degli altri in molti modi, ma soprattutto quando non abbiamo comprensione e molta misericordia verso degli altri. Siamo tutti malati, tutti peccatori è unica cosa che ci può portare alla vita è il perdono, sentirsi amati, accolti per quello che si è.
Allora provare smettere di non parlare con quelli che ci hanno fato una ingiustizia, provar chiamare la persona con cui abbiamo litigato scioglie le catene dello scandalo. Ma lo scandalo che spesso facciamo, la pietra su cui molti si inciampano è proprio non voler perdonare. Ci sono famiglie distrutte perché non poteva trovarsi uno che porterebbe il peso di perdono per un po’.
Forse la preghiera che potremmo fare oggi al Signore non è tanto “accresci la nostra fede”, ma quanto: ‘aumenta in noi il tuo amore che è capacie di scogliere ogni catena di peccato, perché anche noi diventiamo misericordiosi come Tu lo sei’.
Commento a cura di fra Mario e fra Marin Berišić OFMCap
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17, 1-6
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!
Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai».
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».
Parola del Signore.