don Ivan Licinio – Commento al Vangelo di oggi, 10 Novembre 2019

Sette funerali per sette matrimoni. E non è un musical…

Il brano del Vangelo di oggi sembra quasi essere la trama di un musical: Sette matrimoni per sette funerali! Si tratta del caso ridicolo che i sadducei montano per provocare Gesù. Loro non credevano nella risurrezione e quindi portano all’estremo il concetto per mettere in difficoltà il Maestro. Gesù riesce a spostare il dialogo dall’esempio paradossale della vedova “ammazza-mariti” al senso profondo delle pagine bibliche. Se nel roveto ardente Dio si è presentato come il Dio dei patriarchi, «di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe », significa che li ha davanti agli occhi, che sono lì presenti, che sono vivi. Quindi è il Dio dei viventi e tutti vivono in lui, non solo nel ristretto spazio della vita terrena ma ben oltre.

In merito a ciò, suggerisco la visione di COCO, un bellissimo film di animazione del 2017 firmato Disney-Pixar, dove il tema della morte è indissolubilmente legato a quello del ricordo. Chi è ricordato, chi è amato resta sempre, in qualche modo, in vita.

Questa donna non sarà moglie di nessuno perché alla risurrezione saremo amore puro, saremo solo di Dio. Non possiamo immaginare la vita eterna con gli stessi criteri con i quali organizziamo la vita terrena, a partire dai concetti di tempo e di spazio. Possiamo solo immaginarci immersi nella luce di Dio, nello splendore del suo amore e fidarci di quello che Lui ha previsto per noi.

I sadducei sono ancora tanti oggi, anche fra i cristiani. Sono quelli che non credono alla risurrezione e pensano che la morte sia l’ultimo capitolo della loro storia. Ma pensare che non ci sia nulla dopo la morte squalifica il nostro modo di vivere e il senso stesso della vita. A che serve impegnarsi, sacrificarsi, amare e sperare se non c’è un fine ultimo? Vivere senza la speranza della vita eterna non è vivere, ma esistere: è vivere per morire. Invece, sull’esempio della croce di Cristo e della sua risurrezione, dobbiamo ogni giorno imparare a morire per vivere, in eterno.

Ricordate: «Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Se io vivo per me stesso morirò per me stesso, ma se vivo per Dio vivrò per sempre.

Letture della
XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Il re dell’universo ci risusciterà a vita nuova ed eterna.

Dal secondo libro dei Maccabèi
2 Mac 7,1-2.9-14

 
In quei giorni, ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite.
 
Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: «Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri».
 
[E il secondo,] giunto all’ultimo respiro, disse: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna».
 
Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, dicendo dignitosamente: «Dal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo». Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture.
 
Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. Ridotto in fin di vita, egli diceva: «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 16 (17)
R. Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto.

Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c’è inganno. R.
 
Tieni saldi i miei passi sulle tue vie
e i miei piedi non vacilleranno.
Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole, R.
 
Custodiscimi come pupilla degli occhi,
all’ombra delle tue ali nascondimi,
io nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua immagine. R.

Seconda Lettura

Il Signore vi confermi in ogni opera e parola di bene.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
2 Ts 2,16 – 3,5

 
Fratelli, lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.
 
Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore corra e sia glorificata, come lo è anche tra voi, e veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi. La fede infatti non è di tutti. Ma il Signore è fedele: egli vi confermerà e vi custodirà dal Maligno.
 
Riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore: che quanto noi vi ordiniamo già lo facciate e continuerete a farlo. Il Signore guidi i vostri cuori all’amore di Dio e alla pazienza di Cristo.

Parola di Dio

Vangelo

Dio non è dei morti, ma dei viventi.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 20, 27-38

 
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
 
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

Parola del Signore

Oppure forma breve Lc 20,27.34-38
Dio non è dei morti, ma dei viventi.
Dal Vangelo secondo Luca
 
In quel tempo, disse Gesù ad alcuni sadducèi, i quali dicono che non c’è risurrezione:
 
«I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio.
 
Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

Parola del Signore

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