1° Lettura
– La pagina della Sapienza
libro scritto pochi decenni prima di Gesù,
ritorna a riflettere sul rapporto:
Dio – popolo ebreo – popolo egiziano.
Gli Egiziani erano i nemici storici del popolo ebreo,
avevano tenuto in servitù per 400 anni
il popolo di Dio
e la domanda che l’autore sacro si fa è:
perché Dio non ha distrutto gli Egiziani
che creavano tanti ostacoli al suo popolo ?
1° Risposta
del saggio scrittore ebreo:
Dio ha occhi diversi dai nostri
e vede e giudica in maniera diversa da noi.
Per Dio l’immensità del creato,
per esempio,
è un po’ di povere su una bilancia:
non avverte neppure il peso.
Dio è paziente anche con gli Egiziani,
gli Egiziani sono uno dei tanti popoli della terra
e Dio non teme alcun popolo;
anzi sono sue creature.
Dio non teme alcuno
perché è forte,
e grande…
tutto il resto non è quasi niente
di fronte a Lui.
Dio ha uno sguardo paziente e misericordioso
verso tutti Ebrei ed Egiziani,
Assiri e Babilonesi
perché nulla Lo spaventa.
Dio è Dio anche dei “popoli pagani”,
non è solo il Dio degli Ebrei.
Gli ebrei lo credevano
e pensano che Dio stia dalla loro parte;
ma Dio è Padre e misericordioso
verso tutti… anche se chi scrive (un ebreo)
è convinto che Dio ragioni
e pensi come lui.
L’intolleranza e la vendetta
sono proprie di chi ha paura,
di chi è debole
e deve dimostrare a se stesso
e agli altri che è forte…
Dio non ha bisogno di dimostrare nulla a nessuno.
2° Risposta
Dio è paziente… guarda lontano.
Lui non vede le nostre colpe,
i nostri peccati.
E se punisce…
lo fa per ravvedere, per educare,
per ricuperare alla vita.
Dio non ha fretta.
3° Ragione
Dio è di una bontà infinita.
Lui osserva tutto il creato e le creature
con Amore.
Dio non vuole la morte di alcuno,
ma la loro vita e la salvezza;
che significa:
salute, benessere, pace, bontà…
N.B.
1°
Alla fine della pagina
l’autore sacro sembra fare una riflessione
sui “castighi di Dio”:
come si spiegano le pagine
e le frasi in cui sembra che Dio
punisca, castighi, faccia morire…
Afferma che
non sono castighi o punizioni,
ma piuttosto” medicine”
per far guarire, far star meglio,
far capire che si sta sbagliando strada,
per riportare sul retto cammino.
2°
Teniamo sempre presente
che chi scrive la Bibbia e parla di:
“ira di Dio”
“vendetta di Dio”
“distruzione di nemici”, ecc…
è un ebreo che sta ragionando e scrivendo
con la mentalità e la cultura propria dell’ebreo
e considera i suoi nemici
anche nemici di Dio;
e se in una battaglia l’esercito degli ebrei
esce vittorioso…
per l’autore sacro ebreo
questo è merito di Dio
che ha annientato i nemici.
“L’ira di Dio o il suo braccio potente
aveva massacrato tutti i nemici…”
che non erano certo nemici di Dio,
ma solo degli ebrei…
Collegamento con la pagina del Vangelo:
Dio non ha nemici
e neppure persone fuori dal suo Amore.
VANGELO
– Zaccheo è un pubblicano
il capo dei pubblicani, esattori delle tasse,
geniale nel suo mestiere
a favorire le esigenze dell’imperatore romano,
collaborazionista ed esoso,
avaro e strozzino.
Se a Gerico c’era una persona odiata di cuore,
questa era l’ebreo Zaccheo,
odiato dagli ebrei:
un nemico in patria sua.
Zaccheo probabilmente era un uomo insoddisfatto,
certamente intelligente come pochi altri
e lo capiamo dal ruolo
che l’autorità romana gli aveva affidato;
nonché dal suo coraggio di cambiare vita,
dopo aver capito chi era il suo Ospite.
A un certo punto della sua vita,
non gli bastano più i soldi…
forse non s’era neppure sposato
per avere la possibilità di essere libero
e lavorare e fare denaro.
– Un giorno questo personaggio
sente parlare di Gesù;
non l’aveva mai visto né incontrato,
neppure nei suoi viaggi a Gerusalemme,
non aveva tempo per andarlo ad ascoltare;
ma ora che Gesù viene a Gerico
è mosso un po’ dalla curiosità
e un poco dal vuoto che da qualche tempo
prova nella sua anima e nella sua vita:
sta vivendo per accumulare denaro?
A che scopo… se poi dovrà lasciare tutto?
– Sente dire in giro che Gesù è un Profeta,
che fa e dice cose straordinarie
e pertanto decide di poterlo almeno vedere:
con il suo occhio furbo e smaliziato
è in grado di capire a vista se Gesù
è un Profeta di Dio
o un mistificatore,
uno che approfitta dell’ignoranza delle persone.
– E come un ragazzo si arrampica su una pianta
e aspetta, nascosto tra il fogliame,
che Gesù passi sotto di lui.
La sorpresa è che Gesù,
arrivato sotto la pianta,
alza il capo e lo chiama per nome:
“Zaccheo”.
Un nome maledetto
e che nessuno osava pronunciare
se non con disprezzo e odio.
Questo Gesù invece,
sembra ben disposto, di cuore buono,
si invita a mangiare a casa sua,
visto che ha una casa grande e ricca
in grado di ospitare tutto il seguito di Gesù.
Nessun rabbino o ebreo osservante
erano mai entrati in quella casa.
Ospitare Gesù è segno di onore e orgoglio
per Zaccheo,
in casa sua non entrava mai nessuno.
– Immaginiamo Gesù in casa di Zaccheo,
circondato dai Discepoli
e Zaccheo circondato da altri suoi amici pubblicani.
Mentre mangiano, verso le 4 del pomeriggio,
Gesù parla del Padre,
dell’Amore del Padre
che sempre perdona,
perla del Regno di Dio aperto a tutti,
parla della necessità di dare da mangiare
a chi non ne ha,
di condividere ciò che si ha sulla tavola
con quanti sulla tavola non hanno mai nulla
e neppure la tavola hanno per mangiare…
Alla fine Zaccheo
si alza, senza alcuna remora o rispetto umano
né vergogna di confessarsi davanti a tutti
e dice:
“Ho rubato.
Restituisco 4 volte tanto a chi ho rubato…
e ai poveri destino la metà dei miei beni”.
E Gesù:
“Oggi la salvezza è entrata in questa casa”
Zaccheo è perdonato del suo peccato
perché ha deciso di cambiare sistema di vita:
vivrà non per fare denaro,
ma per aiutare i poveri…
– Questo è l’esempio più chiaro di che cosa significhi “Confessione-Riconciliazione”:
– ascolto della parola di Dio (Gesù che parla)
– esame di coscienza,
– confessione dei peccati (Zaccheo davanti a tutti)
– penitenza (restituzione del mal tolto)
– perdono-assoluzione di Gesù
– La Riconciliazione Sacramento di Gesù
non è per i bambini (della Messa di prima Comunione)
non è per i peccati e le debolezze quotidiane,
non è per andare a fare la Comunione,
non è per fare Pasqua o Natale…
è per i “peccatori”:
– per quanti hanno fatto del male agli altri
– hanno preso apertamente le distanze da Dio e da ogni pratica di fede,
– oltre a: delinquenti, corrotti, ladri, mafiosi, politici incapaci e dannosi, massoni, Capi di Stato o di Governo che non fanno la Giustizia e il bene comune, Dittatori che dichiarano una guerra, spacciatori di droga, violentatori e pedofili, ecc…
tutta questa gente ha bisogno di riconciliazione
non tanto con Dio, quanto con la comunità di fede,
perché questo è lo scopo
della Confessione-riconciliazione:
rientrare nella comunità cristiana
dalla quale ci si era allontanati
per qualche misfatto grave.
Dopo un cammino penitenziale,
in cui vengono coinvolti:
peccatore, Comunità, Sacerdote e Dio
e solo dopo un serio cammino di penitenza
i “peccatori”
possono accedere e reinserirsi alla comunità.
Fuori da una confessione-conversione
non esiste perdono della comunità
né comunione con la comunità.
Dio perdona sempre,
ma la comunità ha bisogno di vedere il pentimento
la conversione del corrotto
e che cambi vita.
Commento a cura di don Franco Scarmoncin – Diocesi di Padova