Il tema della morte è un tema serissimo. Qualcuno sostiene che passiamo tutta la nostra vita sempre alle prese con l’intima lotta per sfuggire l’idea stessa della morte. In fondo solo gli esseri umani muoiono, mentre gli altri esseri viventi periscono. Cioè solo noi abbiamo consapevolezza del nostro destino mortale, e sapere che prima o poi dovremo farci personalmente i conti non è una faccenda che ci lascia indifferenti.
Però come ogni paura, e come ogni cosa che sfugge le nostre capacità e il nostro pieno controllo, Punica cosa che possiamo fare è domandarci se basta non pensarci, o invece è giusto pensarci fino alle estreme conseguenze. Un cristiano ha paura della morte esattamente come tutti gli altri, ma questa paura non ha lo stesso potere, perché ciò che ci aiuta ad attraversare una paura è sapere che c’è qualcuno con noi proprio nel momento esatto in cui quella paura si materializza, diventa concreta, attuale.
Solo così capiamo le parole di Gesù nel Vangelo di oggi: <<Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno». La nostra vita è nelle mani di Qualcuno che non ha cura di noi distrattamente, ma che ha cura di noi affinché niente di noi vada sprecato, si perda, si rovini. La nostra vita è vita affidata con una volontà ben precisa.
È la volontà della resurrezione che per quanto possiamo lavorare con la nostra immaginazione, nulla ci aiuta a capire fino in fondo se non per analogia: così come il destino di un seme è quello di divenire albero, così questo destino passa inevitabilmente attraverso l’ esperienza della morte del seme. Ma quel seme non è nato per morire, ma è nato per diventare. Gesù è venuto a ricordarci che la sua redenzione consiste in un cambio di destino per ognuno di noi. Anche noi non siamo nati per morire, ma siamo nati per diventare.
Commento di don Luigi Maria Epicoco.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; e io lo risesciterò nell’ultimo giorno.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6, 37-40
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Parola del Signore