PAPA FRANCESCO
UDIENZA GENERALE
Mercoledì, 16 Ottobre 2019
Catechesi sugli Atti degli Apostoli
12. «Dio non fa preferenza di persone» (At 10,34). Pietro e l’effusione dello Spirito sui pagani
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il viaggio del Vangelo nel mondo, che San Luca racconta negli Atti degli Apostoli, è accompagnato dalla somma creatività di Dio che si manifesta in maniera sorprendente. Dio vuole che i suoi figli superino ogni particolarismo per aprirsi all’universalità della salvezza. Questo è lo scopo: superare i particolarismi ed aprirsi all’universalità della salvezza, perché Dio vuole salvare tutti. Quanti sono rinati dall’acqua e dallo Spirito – i battezzati – sono chiamati a uscire da sé stessi e aprirsi agli altri, a vivere la prossimità, lo stile del vivere insieme, che trasforma ogni relazione interpersonale in un’esperienza di fraternità (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 87).
Testimone di questo processo di “fraternizzazione” che lo Spirito vuole innescare nella storia è Pietro, protagonista negli Atti degli Apostoli insieme a Paolo. Pietro vive un evento che segna una svolta decisiva per la sua esistenza. Mentre sta pregando, riceve una visione che funge da “provocazione” divina, per suscitare in lui un cambiamento di mentalità. Vede una grande tovaglia che scende dall’alto, contenente vari animali: quadrupedi, rettili e uccelli, e sente una voce che lo invita a cibarsi di quelle carni. Egli, da buon ebreo, reagisce sostenendo di non aver mai mangiato nulla di impuro, come richiesto dalla Legge del Signore (cfr Lv 11). Allora la voce ribatte con forza: «Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano» (At 10,15).
Con questo fatto il Signore vuole che Pietro non valuti più gli eventi e le persone secondo le categorie del puro e dell’impuro, ma che impari ad andare oltre, per guardare alla persona e alle intenzioni del suo cuore. Ciò che rende impuro l’uomo, infatti, non viene da fuori ma solo da dentro, dal cuore (cfr Mc 7,21). Gesù lo ha detto chiaramente.
Dopo quella visione, Dio invia Pietro a casa di uno straniero non circonciso, Cornelio, «centurione della coorte detta Italica, […] religioso e timorato di Dio», che fa molte elemosine al popolo e prega sempre Dio (cfr At 10,1-2), ma non era ebreo.
In quella casa di pagani, Pietro predica Cristo crocifisso e risorto e il perdono dei peccati a chiunque crede in Lui. E mentre Pietro parla, sopra Cornelio e i suoi familiari si effonde lo Spirito Santo. E Pietro li battezza nel nome di Gesù Cristo (cfr At 10,48).
Questo fatto straordinario – è la prima volta che succede una cosa del genere – viene risaputo a Gerusalemme, dove i fratelli, scandalizzati dal comportamento di Pietro, lo rimproverano aspramente (cfr At 11,1-3). Pietro ha fatto una cosa che andava al di là della consuetudine, al di là della legge, e per questo lo rimproverano. Ma dopo l’incontro con Cornelio, Pietro è più libero da sé stesso e più in comunione con Dio e con gli altri, perché ha visto la volontà di Dio nell’azione dello Spirito Santo. Può dunque comprendere che l’elezione di Israele non è la ricompensa per dei meriti, ma il segno della chiamata gratuita ad essere mediazione della benedizione divina tra i popoli pagani.
Cari fratelli, dal principe degli Apostoli impariamo che un evangelizzatore non può essere un impedimento all’opera creativa di Dio, il quale «vuole che tutti gli uomini siano salvati» (1Tm 2,4), ma uno che favorisce l’incontro dei cuori con il Signore. E noi, come ci comportiamo con i nostri fratelli, specie con coloro che non sono cristiani? Siamo impedimento per l’incontro con Dio? Ostacoliamo il loro incontro con il Padre o lo agevoliamo?
Chiediamo oggi la grazia di lasciarci stupire dalle sorprese di Dio, di non ostacolare la sua creatività, ma di riconoscere e favorire le vie sempre nuove attraverso cui il Risorto effonde il suo Spirito nel mondo e attira i cuori facendosi conoscere come il «Signore di tutti» (At 10,36). Grazie.
Saluti:
[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare quelli del Belgio e della Francia. Pietro si riconosce come un servitore della Parola di Dio. Questa Parola lo precede e lo supera; lo chiama a dare il meglio di se stesso. In questo mese missionario straordinario, chiediamo alla grazia dello Spirito Santo di essere evangelizzatori, costruttori di ponti tra le persone e il Signore, non ostacoli e barriere alla salvezza. Dio vi benedica!]
[Do il benvenuto ai pellegrini di lingua inglese presenti all’Udienza odierna, specialmente a quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Finlandia, Norvegia, Nigeria, Zambia, Kenya, Malawi, Corea, Australia, Indonesia, Malesia, Filippine, Canada e Stati Uniti d’America. Saluto in particolare la delegazione del NATO Defense College, con fervidi auguri per il loro servizio a favore della pace. Su di voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore Gesù Cristo. Dio vi benedica!]
[Sono lieto di accogliere i fratelli e le sorelle di lingua tedesca. Saluto in particolare i pellegrini di Schapen e i Schützen di Drolshagen-Schreibershof, nonché i numerosi giovani, specialmente il gruppo delle scuole di Brede. Chiediamo al Signore di farci sempre riconoscere le nuove vie che ci apre per annunciare il Vangelo nel mondo di oggi.]
[Carissimi pellegrini di lingua portoghese, in particolare i fedeli delle parrocchie e associazioni del Brasile, benvenuti! Di cuore vi saluto tutti e affido al buon Dio la vostra vita e quella dei vostri familiari. Pregate anche voi per me! Le vostre famiglie si radunino quotidianamente per la recita del rosario sotto lo sguardo della Vergine Madre, affinché in esse non si esaurisca mai l’olio della fede e della gioia, che sgorga dalla vita dei loro membri in comunione con Dio. Grazie!]
[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dall’Iraq, dalla Siria e dal Medio Oriente. Pietro ci insegna ad aprire i nostri cuori e a liberarci della nostra individualità per compiere il bene, favorire l’incontro dei cuori con il Signore e condividere la vita con gli altri. Chiediamo al Signore di illuminare le menti di tutti coloro che si sono chiusi in se stessi, affinché conoscano Dio che vuole la salvezza di tutti. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre dal maligno!]
[Do il cordiale benvenuto ai pellegrini polacchi. Cari fratelli e sorelle, oggi commemoriamo l’elezione del cardinale Karol Wojtyla alla Sede di Pietro. Ringraziamo il Signore per ogni bene che si è compiuto nella Chiesa, nel mondo e nei cuori umani attraverso le parole di Giovanni Paolo II, le sue opere e la sua santità. Ricordiamoci che il suo appello ad aprire i cuori a Cristo è sempre attuale. Per la sua intercessione chiedo al Signore abbondanti doni dello Spirito Santo per tutti voi, per le vostre famiglie, le comunità e per tutta la Chiesa. Vi benedico di cuore.]
* * *
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana.
In particolare, saluto le Suore Francescane della Penitenza e della Carità Cristiana, che celebrano il loro capitolo generale, e le esorto a fare della misericordia il criterio ispiratore della vita personale e comunitaria.
Saluto il gruppo della Questura di Bari; l’Associazione fra mutilati e invalidi di guerra, di Ostuni; e i fedeli della parrocchia di Sant’Agata dei Goti. Un pensiero speciale rivolgo ai pellegrini di San Fele, accompagnati dal Vescovo Mons. Ciro Fanelli, ed auguro loro che il patrono, San Giustino de Jacobis, li aiuti ad essere generosi annunciatori del Vangelo.
Saluto infine i giovani, gli anziani, gli ammalati e gli sposi novelli. Dopo domani celebreremo la festa di san Luca, l’evangelista che rivela meglio il cuore di Gesù e la sua misericordia. Tale ricorrenza aiuti tutti a riscoprire la gioia di essere cristiani, testimoni delle bontà del Signore.