«La messe è abbondante»
«E li inviò a due a due davanti a sé». È la più piccola comunità di amore, come sarebbe la famiglia: lui e lei, che sarebbero i testimoni.
Devono precedere Gesù, non sostituirsi a Gesù: «In ogni città e luogo dove stava per recarsi». Quindi tutto l’universo deve essere come inondato, contagiato da questo annuncio di Gesù, dalla venuta di Gesù. E il Cristo qui accennato è il Cristo cosmico.
Come Luca conobbe i cristiani
La città natale di Luca, Antiochia sull’Oronte, contava ottocentomila abitanti e vastissimi giardini, dove tra bo-schetti, cascate, praticelli e templi, per un giro di circa dieci miglia, la gente frequentava una specie di Luna Park. Antiochia inoltre ospitava il governo della provincia di Siria, vasto settore del Medio Oriente, presidiato da quattro legioni romane. Romani, Greci, Orientali d’ogni provenienza si affollavano sulle sue piazze lastricate, nelle strade fiancheggiate da colonnati e illuminati, a sera, da lampioni.
Un giorno dell’anno 36 o 37 vi arrivò un gruppetto di ebrei che erano stati banditi con minacce di morte da Gerusalemme. Intrepidi, entusiasti, affabili, gli esuli diffondevano contagiosamente la fede che li aveva fatti cacciar via dalla loro città sacra: «Il Messia di Israele è Gesù, che i capi giudei hanno fatto crocifiggere, e che Dio ha fatto risorgere; egli vive e numerosi testimoni lo hanno visto con i loro occhi, toccato con le loro mani».
Luca ascoltò le parole e gli insegnamenti di quei primi testimoni. La figura di Gesù, divino medico dei mali uma-ni, lo affascinò e lo conquise. E si fece cristiano.
Un giorno, uno dei suoi clienti di alto affare, Teofilo, una «eccellenza» che si era già largamente fatto informare sui cristiani, gli espresse il desiderio di conoscere la storia con precisione e integrità. Era il desiderio stesso che si annidava nel fondo dell’anima del medico Luca, abituato alle osservazioni esatte e alle registrazioni complete dei decorsi delle malattie.
Da allora incominciò per lui un nuovo fervore di ricerche. Antiochia, la corrotta metropoli pagana, stava diventando un fervidissimo centro evangelico. I nuovi credenti – che qualche antiocheno, forse ironicamente, aveva per la prima volta denominato cristiani, dal gran parlare che facevano di Cristo – erano largamente ospitali: avevano l’anima abbacinata dalle meraviglie viste e udite intorno a Gesù, pronti a parlarne per ore e ore a uditori affascinati. Luca, il medico, annotava tutto. Preferiva sempre interrogare quelli che avevano visto Gesù, che lo avevano sentito. I ricordi, che risalivano a poco più di dieci anni prima, balzavano nitidissimi. Gradatamente, Luca documentò nei suoi appunti un disegno chiaro della storia di quei tre prodigiosi anni che Gesù aveva trascorso con i suoi apostoli. Se qualche testimone aveva con sé i fascicoli di appunti, abbozzi di ricostruzione di quella storia – e tali testimoni non erano pochi – Luca leggeva tutto con serena diligenza e tutto valutava alla luce di ciò che aveva imparato da coloro che «avevano visto con i loro occhi fin da principio».
La Parola per me, Oggi
Un cristiano che non sente bollire nell’anima la voglia di gridare il Vangelo, che non sente il dovere di parlare di Dio, che non sente l’urgenza di impegnarsi nell’apostolato… non è un cristiano. Se sei cristiano, sei evangelizzatore; e se non sei evangelizzatore, non sei cristiano.
La Parola si fa Preghiera
Signore, sono belli i passi dei tuoi messaggeri di pace e di salvezza, i passi di coloro che rispondono alla tua chiamata per portare al mondo la gioia della tua venuta.
Fonte – Cenacolo GAM
Il Cenacolo GAM ama il Papa e la Chiesa a lui unita e gli promette fedeltà indiscutibile.
La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10, 1-9
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Parola del Signore