Esiste un modo corretto per accogliere il regno di Dio? Il Vangelo di oggi risponde di sì, e le parole di Gesù lo spiegano in maniera cristallina: “In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.
E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me”. Un bambino è tale perché non vive delle stesse sovrastrutture degli adulti. È meno complicato, è più bisognoso di affidarsi, è meno propenso a credere che può bastare a se stesso. E proprio perché è conscio della sua piccolezza, si sente forte della forza di chi lo ama e non della propria. Inoltre Gesù è ovunque esiste una piccolezza.
È la piccolezza degli ultimi, dei malati, degli indifesi, dei poveri invisibili, di chi non riesce a difendersi, di chi non ha abbastanza parole per far valere le sue ragioni, di chi ha perso tutto. Gesù è in chiunque vive questa minorità esistenziale. Quindi non solo dobbiamo farci piccoli, ma dobbiamo accogliere i piccoli ovunque li incontriamo, e in qualunque forma si presentano a noi.
Ma a questo tema della piccolezza, della minorità, della fragilità, la festa di oggi ci ricorda che Dio ha collegato ogni volto, ogni storia, a una particolare relazione di custodia: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”. Gli angeli non sono una reminiscenza fantasy alla mercé delle fiabe per i bambini, ma sono la tangibile e misteriosa maniera attraverso cui Dio ci dice che non siamo soli.
Siamo immersi in un grande campo relazionale che fa sì che ciò che per noi è essenziale, non è mai distante da noi. Se basta un telefono per sentire qualcuno dall’ altra parte del mondo, basta un angelo per sentire una Presenza che certe volte immaginiamo lontanissima dall’altra parte del cielo. Ma bisogna essere umili per accorgersene.
Commento a cura di don Luigi Maria Epicoco.
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I loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18, 1-5.10
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
Parola del Signore