Ogni mattino,
Dio nomina il suo governo.
Un giorno è il sole a presiederlo,
con il marmo e la rugiada
come grandi funzionari,
e laggiù nei mondi molto evanescenti
un albero di virtù
porta la sua ambasciata.
L’indomani,
Dio capovolge l’ordine:
il nero oceano gode della sua fiducia,
ed esso delega i suoi poteri
alla dolce collina,
al ruscello che canticchia,
a qualche mezzofico
trovato nella polvere.
Ma Dio deve perfezionarsi: è la sua legge;
oggi si circonda
di un pangolino esperto in scienze occulte,
di un’isola che gli mostra
discretamente della tenerezza,
di una pioggia fine dalle favole edificanti,
di una lunetta un po’ gobba
che gli riferisce le voci che circolano.
Dio non ha mai trovato un buon ministro
degli affari divini.
A. Bosquet, Il libro del dubbio e della grazia