Il tema dell’ingiustizia sociale era particolarmente scottante e urgente nella comunità alla quale soprattutto Luca si rivolgeva. Per questo l’evangelista calca spesso questo aspetto, evidenziando l’inconciliabilità tra la ricchezza materiale che crea povertà, e che di fatto è un furto a danno della comune destinazione dei beni della terra, e la salvezza cristiana, che si rivolge in modo privilegiato ai poveri.
La parabola del ricco e di Lazzaro ci mostra come quel divario sociale sia una lacerazione, una voragine, un grande abisso che spesso siamo noi ad alimentare. Ma dato che Dio con Abramo apertamente si schiera dalla parte del povero, più il ricco si allontana da quel povero, più incomunicabilità c’è: quindi, tutto a suo svantaggio, viene meno il ponte anche per la sua salvezza personale.
È un ponte costituito dalla Legge di Mosè, che stabilisce per esempio i giubilei periodici per ristabilire l’uguaglianza economica, e dai Profeti, anch’essi particolarmente accesi contro ogni avidità, sopruso e schiavitù. Basterebbero Legge e Profeti per evitare quella ingiusta infernale disparità, spiega Gesù. Basterebbe vivere il loro messaggio di giustizia sociale per evitare le pene peggiori; quelle che, se oggi le facciamo patire ai poveri, domani le sentiremo sulla nostra pelle.
Se rigettiamo quel messaggio sociale biblico che Gesù vuole semplicemente ricordare, infatti, nemmeno le apparizioni del Risorto da sole riusciranno a farci cambiare vita. Non c’è fede nella Risurrezione, in cui appunto Dio rovescia le sorti dell’umanità scegliendo la povertà, la debolezza e l’abbandono, se non si vive in un impegno che riguarda innanzitutto ciascuno di noi per una redistribuzione radicale delle ricchezze, per il condono dei debiti di chi è in difficoltà e per una pace che sia veramente giusta, e non l’espressione dei rapporti di forza presenti.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.