Commento al Vangelo del 29 Settembre 2019 โ€“ don Giovanni Berti (don Gioba)

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Basta alzare lo sguardoโ€ฆ

Ricordo di un episodio buffo che mi รจ capitato viaggiando nellโ€™era pre-googlemaps, cioรจ prima delle cartine digitali che sul telefono ti dicono subito dove sei e dove si trova esattamente il posto che devi raggiungere.

La prima volta che sono stato a Berlino in vacanza con un amico e sua sorella, appena giunti in cittร , ci siamo chiesti dove fosse lโ€™albergo che avevamo prenotato. Sapevamo il nome, โ€œForum-hotelโ€ e lโ€™indirizzo, Alexanderplatz. Berlino รจ una cittร  enorme e per noi era la prima volta, e non immaginavamo che Alexanderpatz era una delle piรน grandi e famose piazze. Mentre piegati sulla cartina della cittร  ci chiedevamo angosciati โ€œรจ ora come lo troviamo questo Forum-hotel??โ€ abbiamo semplicemente alzato gli occhi sullo skyline di Berlino e โ€ฆ  ecco lโ€™enorme scritta Forum-hotel su uno degli edifici piรน alti. Il palazzone con la sua scritta ci ha rassicurato e in poco tempo senza mappe e guide ci siamo arrivati. Non era cosรฌ impossibile! Per trovare la strada bastava alzare lo sguardo. In quel momento mi รจ quasi sembrato quasi un aiuto dal cieloโ€ฆ

Gesรน con la sua parabola ci racconta di un ricco che รจ cosรฌ piegato sulle sue cose che possiede e divora, da non vedere il povero Lazzaro alla sua porta. รˆ questa cecitร  egoistica che colpisce nel racconto, e che viene sottolineata anche dalla sorte finale dei due personaggi. Quello che importa nellโ€™insegnamento di Gesรน non รจ tanto il fatto che il ricco finisca negli inferi tra i tormenti e Lazzaro nel cuore di Abramo, ma lโ€™abisso di distanza che รจ stato coltivato mentre entrambi erano in vita e vicini. Il ricco si lamenta della sua sorte, ma questa non รจ una punizione ma semplicemente la realizzazione di quello che ha coltivato in vita. La distanza tra lui e Lazzaro, tra la sua ricca mensa e la porta dove privo di tutto giace Lazzaro, era colmabile fin che cโ€™era il tempo della vita, e non era impossibile. Bastava che il ricco alzasse gli occhi dalle sue cose per accorgersi che aveva a portata di mano quella consolazione che ora invoca dagli inferi.

Come umanitร  abbiamo raggiunto la Luna e siamo pronti anche ad andare oltre, eppure ancora oggi tra le persone ci sono distanze di indifferenza e chiusura che sembrano incolmabili, se mai davvero le vogliamo colmare. Gesรน nella sua parabola sembra ben descrivere anche la nostra situazione attuale dove la mensa dei paesi ricchi รจ irraggiungibile dai paesi poveri che stanno giusto aldilร  delle nostre porte o dei nostri porti.

Sembra che non vogliamo mollare nemmeno le briciole che cadono dalle nostre ricche mense, e anche quelle ce le teniamo stretteโ€ฆ

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La sorte finale del ricco vuole essere un avvertimento per noi, per dirci che ogni chiusura al prossimo, ogni distanza che mettiamo tra noi e colui che ci tende la mano alla fine ci sprofonda in un inferno di tristezza giร  in questa vita e non solo nella prossima.

Il vero problema non รจ quindi la ricchezza in sรฉ ma la distanza e lโ€™indifferenza. Il vero pericolo dal quale ci vuole mettere in guardia Gesรน Maestro รจ quello di non alzare mai lo sguardo e restringere il nostro mondo e la nostra felicitร  solo nelle cose che abbiamo davanti. Se il ricco avesse alzato lo sguardo dalla sua tavola non avrebbe perso nulla di quello che aveva, ma anzi avrebbe avuto un amico in piรน con cui condividere le sue cose, e si sarebbe accorto che in fondo mangiare insieme e lโ€™amicizia anticipano qui in terra quella felicitร  eterna che ci attende tutti in cielo.

Io e i miei due amici abbiamo riso tanto quella volta dopo aver visto il nome dellโ€™hotel, tanto cercato sulla cartina, in bella mostra sui tetti della cittร . Abbiamo riso pensando alla nostra stupida angoscia iniziale. Bastava cosรฌ poco per trovare la strada. Bastava alzare lo sguardoโ€ฆ

don Giovanni Berti โ€“ Sito web

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Letture della
XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ ANNO C

Prima Lettura

Ora cesserร  lโ€™orgia dei dissoluti.

Dal libro del profeta Amos
Am 6,1a.4-7

 
Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Distesi su letti dโ€™avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
Canterellano al suono dellโ€™arpa,
come Davide improvvisano su strumenti musicali;
bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti piรน raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
Perciรฒ ora andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserร  lโ€™orgia dei dissoluti.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 145 (146)

R. Loda il Signore, anima mia.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dร  il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. R.
 
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi รจ caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri. R.
 
Egli sostiene lโ€™orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R.

Seconda Lettura

Conserva il comandamento fino alla manifestazione del Signore.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timรฒteo
1 Tm 6,11-16

 
Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietร , alla fede, alla caritร , alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
 
Davanti a Dio, che dร  vita a tutte le cose, e a Gesรน Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesรน Cristo,
che al tempo stabilito sarร  a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
il solo che possiede lโ€™immortalitร 
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto nรฉ puรฒ vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.

Parola di Dio

Vangelo

Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui รจ consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16,19-31

 
In quel tempo, Gesรน disse ai farisei:
 
ยซCโ€™era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
 
Un giorno il povero morรฌ e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morรฌ anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzรฒ gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: โ€œPadre Abramo, abbi pietร  di me e manda Lazzaro a intingere nellโ€™acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perchรฉ soffro terribilmente in questa fiammaโ€.
 
Ma Abramo rispose: โ€œFiglio, ricรฒrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui รจ consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di piรน, tra noi e voi รจ stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, nรฉ di lรฌ possono giungere fino a noiโ€.
 
E quello replicรฒ: โ€œAllora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perchรฉ ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perchรฉ non vengano anchโ€™essi in questo luogo di tormentoโ€. Ma Abramo rispose: โ€œHanno Mosรจ e i Profeti; ascoltino loroโ€. E lui replicรฒ: โ€œNo, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrร  da loro, si convertirannoโ€. Abramo rispose: โ€œSe non ascoltano Mosรจ e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai mortiโ€ยป.

Parola del Signore

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