Mentre il versetto della lampada sul candelabro viene inserito nel vangelo di Matteo in un contesto chiarissimo e molto diretto. Per questo viene subito compreso come invito a testimoniare davanti agli uomini la luce e la gloria del nostro Padre celeste.
Nel vangelo di Luca, invece, viene collocato in un contesto diverso che, pur non negando l’accezione sottolineata da Matteo, apre altre prospettive. Venendo dopo la parabola del seminatore, la luce sul candelabro non è riferita alle nostre opere, ma alla parola stessa del Signore. La domanda di fondo per Luca è: come accogli la Parola?
La ascolti con mezzo orecchio, illudendoti di conoscere già “come finisce” questo film già visto? O ti lasci attraversare da questa luce, fino a dove c’è solitamente buio e sterilità, permettendo alla Parola della vita di vivificarti? «Fate attenzione dunque a come ascoltate».
Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il suo canale Telegram
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
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La lampada si pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 8, 16-18
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».
Parola del Signore