San Pio da Pietralcina – «Da morto farò più chiasso che da vivo!»

1700

25 maggio 1887

San Pio, sacerdote dell’Ordine dei Frati Mino­ri Cappuccini, nasce a Pietrelcina (BN), da Grazio Forgione e Maria Giuseppa De Nunzio, piccoli proprietari terrieri, che lo battezzano con il nome di Francesco.

1887-1903

Riceve un’educazione squisitamente religiosa. Fin dall’età di 5 anni, Francesco inizia ad avere le prime estasi e apparizioni e comincia a desiderare di consacrarsi totalmente a Dio. Per assomigliare a Gesù nella sua Passione, ancora bambino, s’infligge le prime peniten­ze corporali. All’età di circa 10 anni, esprime il desiderio di farsi frate; per consentirgli di seguire la sua vocazione e farlo studiare in privato il padre emigra in America.

1903-1904

A 16 anni, entra nel noviziato dei Cappuccini a Moncane, assumendo, terminato l’anno di prova, il nome di fra Pio.

10 agosto 1910

Dopo 6 anni di studi, compiuti in vari conventi e tra continui ritorni al suo paese per motivi di salute, viene ordinato sacerdote nel duomo di Benevento.

Settembre 1910

Nella campagna di Piana Romana, a Pietrelcina, riceve per la prima volta le stimmate, subito dopo scomparse, almeno visibilmente, per le sue preghiere.

4 settembre 1916

Dopo varie vicissitudini, dovute ancora alla sua salute cagionevole, si trasferisce a San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, sul promontorio del Gargano, dove rimarrà, salvo per qualche breve assenza, fino alla morte.

20 settembre 1918

Padre Pio riceve definitivamente il dono delle stimmate: cinque ferite sanguinanti simili a quelle del Crocifisso, due alle mani, due ai piedi, una al costato. Il fatto prodigioso richia­ma folle da ogni paese, sia italiano che estero.

23 maggio 1931

Dopo averlo sottoposto a numerose inchieste per accertare l’autenticità delle stimmate e   la sua personalità, da parte del Santo Uffizio arriva l’ordine di privazione di ogni esercizio del ministero sacerdotale, con un’unica ecce­ zione: il poter celebrare la Messa solo privatamente.

16 luglio 1933

San Pio può di nuovo celebrare Messa in pub­blico.

25 marzo 12 maggio 1934

San Pio può di nuovo confessare, il 25 marzo, gli uomini e, il 12 maggio, le donne, anche se, per anni, praticamente fino alla morte, continuerà a subire inchieste da parte dei superiori, venendo “censurato” cinque volte dal Santo Uffizio; perfino le sue opere di carità finiran­no sotto inchiesta.

10 agosto 1935

Senza solennità esterna, ma con grande partecipazione di fedeli e moltissime Comunioni, san Pio celebra il venticinquesimo anniversario di sacerdozio.

1947

San Pio aveva lanciato agli inizi degli anni ’40 una vera e propria crociata di preghiera che sarebbe continuata negli anni successi­ vi; il suo motto era: «Pregate, pregate senza interruzione…»; così, nel 1947, cominciano a formarsi spontaneamente, nello spirito di san Pio, i gruppi di preghiera, che si diffondono rapidamente.

7 gennaio 1950

Confessore eccezionale e forgiatore di anime, al termine della seconda guerra mondiale si fa sempre più intenso e numeroso l’accorrere dei fedeli, tanto da dare inizio al sistema delle “prenotazioni” per confessarsi dal padre.

22 gennaio 1953

Festeggia il cinquantesimo anniversario del­ la vestizione religiosa, di fronte al superiore generale dell’ordine, padre Benigno da Sant’Ilario Milanese, giunto appositamente a San Giovanni Rotondo.

3 maggio 1956

Inaugurazione della Casa Sollievo della Sof­erenza: contemporaneamente alla sua intensa attività di padre spirituale, padre Pio, infatti, ne aveva iniziato la costruzione a San Giovanni Rotondo, grazie all’aiuto dei fedeli; con il tempo, questo ospedale è divenuto un’autentica città ospedaliera.

1º luglio 1959

S’inaugura la nuova chiesa a  San  Giovanni Rotondo, Santa Maria delle Grazie, sorta accanto all’umile chiesetta del convento ormai incapace di contenere le folle oceaniche atti­ rate dal frate. Padre Pio, però, si rende subito conto che anche quella chiesa sarà insuffi­ciente e la definisce “scatola di fiammiferi”.

10 agosto 1960

Riceve imponenti manifestazioni d’affetto in occasione del sessantesimo anniversario di sacerdozio.

22 gennaio 1963

Lo stesso avviene per quello della vestizione religiosa.

6 giugno 1964

Riceve la “Stellina d’oro”, distintivo conferito dalla Rai a chi si è particolarmente contraddistinto nell’assistenza dei malati.

3 maggio e 26 dicembre 1966

Si commemora il decennale della Casa Sollievo della Sofferenza con un convegno inter­ nazionale dei gruppi di preghiera. Sul finire dell’anno, grandi manifestazioni di gioia per i cinquant’anni di permanenza a San Giovanni Rotondo.

25 maggio 1967

Imponente raduno dei gruppi  di  preghie­ra venuti da ogni parte in occasione del suo ottantesimo compleanno.

20 settembre 1968

Con la partecipazione di un’ingente folla, si commemora il cinquantesimo anniversario dell’impressione delle stimmate. È il com­miato pubblico dei suoi innumerevoli figli spirituali e degli affezionati devoti al loro padre spirituale.

23 settembre 1968

Padre Pio muore all’età di 81 anni, a San Gio­vanni Rotondo. Durante l’ultima Messa, cele brata la sera prima, le stimmate erano misteriosamente sparite.

20 marzo 1983 21 gennaio 1990

Processo diocesano di beatificazione a Man­fredonia.

1994

Inizio dei lavori della nuova chiesa di San Giovanni Rotondo.

18 dicembre 1997

Giovanni Paolo II proclama padre Pio “vene­rabile”.

2 maggio 1999

Giovanni Paolo II proclama padre Pio “beato”.

16 giugno 2002

Giovanni Paolo II proclama padre Pio “santo”. La Chiesa lo ricorderà il 23 settembre, giorno della sua nascita al cielo.

1º luglio 2004

Si realizza un sogno di san Pio: la nuova gran­ de chiesa di San Giovanni Rotondo.

3 marzo 2008

Il corpo di padre Pio viene riesumato. La salma si è conservata bene. Si vede chiara­ mente la barba. La parte superiore del teschio è in parte scheletrita, il mento è perfetto, il resto del corpo è conservato bene. Si vedo­ no benissimo le ginocchia, la mani, i mezzi guanti, le unghie.

24 aprile 2008

Le spoglie di padre Pio, collocate in una teca di cristallo, sono esposte alla pubblica vene­ razione nella cripta di Santa Maria Maggiore.

23 settembre 2009

Conclusione dell’ostensione alla pubblica venerazione del corpo di san Pio da Pietrelcina.

19 aprile 2010

Il corpo di san Pio è traslato nella cripta della nuova chiesa.

1º giugno 2013

Inaugurazione dell’ostensione permanente del corpo di padre Pio con una celebrazione presieduta dal cardinale Angelo Amato, nella chiesa inferiore intitolata al Santo.

Le reliquie del corpo di san Pio sono visitate da una media di 20 mila persone al giorno; sono oltre 7 milioni ogni anno i fedeli che si recano a San Giovanni Rotondo. Padre Pio ha confessato oltre 1 milione e 200 mila persone. I gruppi di preghiera dei devoti del frate sono circa 2.188 in Italia e 974 all’estero.

«Signore, non desidero altro che condurre tutti a te»

Padre Pio è universalmente riconosciuto e presentato come modello di confessore e di maestro di spirito. Era animato da un concetto altissimo del sacramento della Confessione e il suo atteggiamento era quello del Maestro che dice all’adultera perdonata: «Non peccare più» (Gv 8,11). «Se i confessori confessassero  come  dovrebbero  confessare,  – diceva

  • i fedeli sarebbero come dovrebbero essere». E padre Pio dedicava tantissimo tempo alle confessioni: «Non ho un minuto libero
  • scriveva il 3 giugno 1919 – tutto il tempo è speso nel prosciogliere i fratelli dai lacci di Satana». Aveva il carisma di saper scrutare i cuori ed era animato dall’amore di un padre che vuole condurre i figli alla vita piena. Giovanni Paolo II, che si confessò dal Cappuccino, disse: «Durante la confessione padre Pio si è dimostrato come confessore che aveva un semplice e chiaro discernimento e che trattava il penitente con un grande amore».

Nella guida delle anime poi padre Pio utilizzava un “metodo” di una semplicità disarmante: un profondo intuito psicologico e l’innata capacità d’immedesimarsi nell’altra persona, di calarsi nei suoi sentimenti e stati d’animo gli permettevano di comprendere le condizioni interiori di chi si rivolgeva a lui. Esigeva sincerità, trasparenza e docilità; ricordava spesso alle anime e, forse anche a se stesso, che egli parlava «da parte di Gesù». Non costringeva nessuno e non cacciava nessuno, ma da chi si affidava a lui non ammetteva sotterfugi o approssimazioni. Occorre però dare una giusta chiave di lettura della severità di padre Pio. Essa, secondo diverse testimonianze, aveva il solo fine della salvezza delle anime, del cambiamento di vita; il Santo desiderava che ognuno potesse dare un senso alla propria esistenza. E le folle lo cercavano; questo accorrere della gente verso di lui così fu commentato da Paolo VI: «Guardate che fama ha avuto, che clientela mondiale ha aduna to intorno a sé! Ma perché? Forse perché era un filosofo? Perché era un sapiente? Perché aveva mezzi a disposizione? Perché diceva  la Messa umilmente, confessava dal mattino alla sera, ed era, difficile a dire, rappresentante stampato delle stimmate di nostro Signore. Era uomo di preghiera e di sofferenza».

Padre Pio sapeva accompagnare le persone, intuendo i pericoli della vita spirituale e le vie percorse da Dio nella sua azione di salvezza; dal momento del pentimento e della liberazione dal male compiuto diventava un fedele compagno di viaggio. Egli voleva che tutto il mondo camminasse con lui verso il regno di Dio.

«Diamoci da fare, rimbocchiamoci  le maniche»

Nell’accostarci ai suoi pensieri, che ci faranno compagnia ogni giorno, la nostra condizione sia quella del penitente che si accosta al suo confessionale e si sente ripetere l’invito alla conversione. Come il giovane ricco del Vangelo, allora, attraverso san Pio, chiederemo: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?» e ci sentiremo rispondere: «Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Chiederemo allora: «Quali?». «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso» (Mt 19,16-19).

Quindi, il primo passo è quello di conoscerli nella loro formulazione e contenuto: ogni mese, infatti, verrà proposto un comandamento – i dieci del Decalogo e i due dell’amore così come sono presentati nella Bibbia e nel Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC).

Come il giovane del Vangelo, immaginando ancora di essere inginocchiati al confessionale di padre Pio, potremmo dire: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Ci sentiremmo rispondere: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo;    e vieni! Seguimi!» (Mt 19,20-21); non basta infatti capire e seguire i comandamenti, Gesù ci chiede un salto ulteriore, che corrisponde alla risposta più profonda di bisogno di lui: non basta, ad esempio, non bestemmiare Dio, ma bisogna conoscerlo, amarlo e pregarlo.

Ecco il segreto della santità, il segreto di san Pio che, con le sue parole, ci guiderà ogni giorno verso la piena comprensione e realizzazione del comandamento del mese, visto non come semplice divieto, ma come invito a imitarlo sulla via della santità.

Alla fine del mese poi tutto è nelle nostre mani; possiamo fare ancora come il giovane del Vangelo: «Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze» (Mt 19,22), oppure cambiare radicalmente la nostra vita cominciando con un piccolo passo, per poi proseguire pian piano, perché ogni lungo viaggio comincia sempre con un piccolo passo.

Per cui, affinché questo libro non sia semplicemente un’antologia di belle frasi o una raccolta di pensieri vuoti, ma cambi la nostra vita, o almeno ci provi, vediamo più da vicino la sua struttura. Per ogni mese si propone, oltre al comandamento, alla sua spiegazione/ approfondimento alla luce della Bibbia e del Catechismo, l’esempio di san Pio confessore che suggerisce il frutto del comandamento stesso (se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti). Il «che mi manca ancora?» è la nostra domanda e ogni mese la risposta è un invito a mettere in pratica una particolare virtù. Ci aiuteranno le frasi più belle dette, sofferte, scritte o urlate, ma sempre incarnate dal Santo di Pietrelcina (se vuoi essere perfetto). Tenteremo di imitare colui che, total­mente svuotato del proprio io, si conforma   a Cristo. Il risultato sarà quello di imitare il divino Maestro!

Per crescere nella fede, però, non basta conoscere, capire, meditare, imitare, bisogna anche verificare la propria vita per vedere se si è sulla strada giusta e se si sta progredendo: ecco il motivo del «per non andartene triste». Alla fine del mese il libro propone un sorta di piccolo esame di coscienza che ciascuno può allargare e modificare in base alle proprie esigenze: rimettendo al  centro  il comandamento, ci farà capire a che punto siamo nel cammino di fede e ci farà comportare di conseguenza. Solo così, di fronte alla risposta di Gesù alla nostra domanda di senso della vita, potremmo non andarcene tristi, ma radiosi di gioia come san Pio che, pur tra sofferenze di ogni genere, era gioioso, provando quella felicità di chi ha scommesso sull’eterno nella certezza di ottenere il centuplo quaggiù e la beatitudine.

Testi tratti dal libretto: Padre Pio. Un pensiero per ogni giorno dell’anno