Mons. Costantino Di Bruno – Commento alle letture del 18 Settembre 2019

Il commento alle letture del 18 Settembre 2019 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato

1 Tm 3,14-16; Sal 110; Lc 7,31-35

I mali che attaccano l’anima e lo spirito dell’uomo quando esso è nel peccato sono tanti: accidia, ignavia, sordità spirituale, indifferenza, apatia, soffocamento della verità. con questi mali è come se l’uomo indossasse una corazza impermeabile ad ogni grazia del Signore. Il male più grande è quando si oltrepassano i limiti del peccato, si pecca contro lo Spirito Santo e non si può più tornare indietro. Si è sulla terra, ma è come se fossimo già dannati. Se il peccato non può essere perdonato, si è già con i piedi sulla botola dell’inferno. Si attende solo che la morte venga perché si precipiti dentro. Nell’esame di coscienza che lo Spirito Santo fa ai Vescovo dell’Asia, uno di essi vive nella grande tiepidezza. Il Signore dice che lo vomiterà dalla sua bocca. Parola pesante, ma vera, anche se nessuno oggi crede in queste affermazioni di Dio.

All’angelo della Chiesa che è a Laodicèa scrivi: “Così parla l’Amen, il Testimone degno di fede e veritiero, il Principio della creazione di Dio. Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. Tu dici: Sono ricco, mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla. Ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, e abiti bianchi per vestirti e perché non appaia la tua vergognosa nudità, e collirio per ungerti gli occhi e recuperare la vista. Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo. Sii dunque zelante e convèrtiti. Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese”» (Ap 3,14-22).

Accidia e indifferenza man mano che cresco si trasformano in combattimento contro la verità. Si supera lo stesso stadio del mutismo, della sordità, della cecità. C’è un vero e proprio combattimento contro il Signore. Scribi, farisei, capi dei sacerdoti, anziani del popolo, sadducei, per non essere disturbati dal loro stato spirituale miserevole accusano Gesù con ogni falsità, menzogna e calunnia, giungendo a dichiararlo amico di Beelzebùl. Alla fine lo accusarono di bestemmia perché aveva dichiarato loro, sotto giuramento, di essere il Figlio dell’uomo, secondo la profezia di Daniele. Quando si cade nel peccato, sappiamo da dove si inizia, ma nessuno sa dove si finisce. Per molti la fine è nella perdizione eterna. Per questo Gesù esorta i suoi discepoli perché si sforzino di rimanere sempre sulla via stretta della sua Parola, senza mai uscire da essa. È facile uscire. Basta ascoltare una tentazione. Difficile è ritornare sulla via. Per questo siamo tutti obbligati a prestare ogni attenzione. Se cadiamo ci rialzeremo anche? Nessuno lo sa. Anche per questo la Scrittura invita l’uomo a non aggiungere peccato al peccato, perché non sa se dal primo sarà perdonato. L’attenzione urge.

A chi dunque posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».

Giovanni il Battista è persona austera. Per non convertirsi alla sua parola, dicono che è un indemoniato. Ci si può convertire ad uno che parla nel nome del demonio? Mai. Viene Gesù, è persona tra gli uomini, condivide la loro vita, ma sempre dalla più alta santità. Cosa dicono di lui? Che è un mangione e un beone. Un amico dei peccatori e dei pubblicani. Ci si può convertire ad un amico dei peccatori o dei pubblicani? Mai. Se poi anche Lui è uno che opera nel nome di Beelzebùl, ci si può convertire ad uno che frequenta Satana? Mai. Basta una calunnia, una menzogna, una falsità e la coscienza può continuare nel suo male. Ma calunnie, falsità e menzogna non sono frutto del male? Basta anche una piccolissima falsità per rivelarci che non siamo nella verità.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che mai cadiamo in peccato. È l’inizio della perdizione.

Fonte@MonsDiBruno

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