Lo zelo in tempo inopportuno è controproducente. Viviamo in tempi non nostri propensi a ciò che non abbiamo sotto mano. Così desideriamo pregare quando dobbiamo lavorare.
Poi desideriamo lavorare quando siamo a riposo. E desideriamo l’estate quando è inverno. E desideriamo il freddo quando fa caldo. È questo il problema degli interlocutori di Gesù. È questo il nostro problema: Non avere gli occhi dello Spirito Santo per leggere la presenza dello Sposo nel momento presente.
La vita spirituale è questione di attenzione, di equilibrio, di attesa. Non conta l’iniziativa, Lui l’ha già presa per primo nei nostri confronti. Conta la risposta. Conta dire allo Sposo, ad ogni angolo di strada: sia fatta la tua volontà. Le pratiche ascetiche non sono superflue, ma valgono quanto ci allenano ad accogliere Lui, valgono quanto sgomebrano il cuore per fare spazio all’iniziativa di Gesù.
Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il suo canale Telegram
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
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Quando lo sposo sarà loro tolto, allora in quei giorni digiuneranno.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 5, 33-39
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
Parola del Signore