<<Mentre la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca>>.
Quello che nel vangelo di oggi può sembrare casuale in realtà è solo l’incipit della chiamata di Pietro, e dell’incontro che gli cambiò la vita. Apparentemente quello sconosciuto che si portava appresso fiumi di folla, sembra avvicinarsi a Pietro solo per sfruttare la sua barca. E la bellezza di Pietro consiste proprio nell’accoglienza di questo straniero che in realtà poteva risultare solo un problema in più alla fine di una notte di fatica che non aveva portato nessun frutto. Pietro ha un tratto straordinario di santità non perché nella vita sarà sempre all’altezza delle situazioni, o perché non sbaglierà mai.
Anzi, sappiamo bene che Pietro nella vita sbaglierà molto e anche in maniera seria. Ma la sua santità consiste in un tratto di costante umiltà che lo mantiene sempre capace di non rimanere paranoicamente incartato nei suoi problemi, o presuntuosamente aggrappato alle sue convinzioni. Infatti quando abbiamo un problema, o incontriamo un fallimento, solitamente siamo talmente tanto presi da quello che soffriamo, o che ci è capitato, che quasi mai riusciamo a vedere anche il resto della nostra vita. Fissiamo talmente tanto lo sguardo sul bicchiere mezzo vuoto che non abbiamo più occhi per quello mezzo pieno.
Pietro ammette che la nottata è andata male ma, nonostante questo, fa spazio a qualcuno che gli dice “prestami la barca”, e quando alla fine di una predica di cui non si riporta nemmeno una parola, Gesù gli intima di prendere il largo, fa qualche resistenza perché da pescatore esperto sa bene che non si pesca a quell’ora, ma alla fine si fida. È questo suo atteggiamento che gli permette di accorgersi di chi è veramente Gesù. Ed è proprio in quel momento che una cosa casuale si trasforma in ciò che gli cambia la vita.
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Lasciarono tutto e lo seguirono.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 5, 1-11
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Parola del Signore