Il Beato Allamano dice che l’umiltà è come l’humus (NB. “Humilis” deriva da “humus” = terra.) su cui crescono i fiori di tutte le altre virtù, sempre più belli e profumati più sono irrorati dall’acqua dello Spirito Santo.
Il cristiano, anche dopo il Battesimo, conserva in sé la radice della prima superbia che lo portò a ribellarsi a Dio; debellare le tre forme fondamentali di questa superbia è il vero cammino verso l’umiltà e verso tutte le virtù cristiane.
Le tre forme di superbia sono:
1. quella esterna delle cose temporali;
2. quella intellettuale e volitiva, dell’intelligenza e volontà dell’individuo;
3. quella spirituale che porta a crederci buoni quando siamo ancora molto manchevoli in tutto.
– Umiltà – I grandi maestri di spirito dicono che l’umiltà consiste essenzialmente nel volgere il proprio sguardo al di fuori di se stessi, verso Gesù e verso le grandi realtà della fede, come la grandezza di Dio e la piccolezza dell’uomo, l’eternità e la limitatezza del tempo, la speranza del paradiso e la minaccia proveniente dalle nostre debolezze, la bellezza della santità e l’orrore del peccato.
– Per diventare umili, bisogna amare e ancora sempre ad amare; non disprezzare se stessi… È quello che ha fatto Gesù. L’amore misericordioso l’ha fatto scendere dal cielo. L’amore l’ha spinto sulle strade della Palestina. L’amore l’ha condotto a cercare i malati, i peccatori, i sofferenti. Lo stesso amore l’ha portato alla sua meta, il Calvario, dove “umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2,8). L’umiltà è stata la forma esteriore della sua carità divina e il suo accompagnatore esterno.
– La Madonna – L’umiltà è stata un atteggiamento proprio della santa Madre che, per la sua purezza, fu a Dio gradita e, per la sua umiltà, attirò Dio a sé, (virginitate placuit, sed humilitate concepit – S. Bernardo) perché Dio “resiste ai superbi; agli umili invece dà la sua grazia” (Gc 4,6). Maria era umile perché amava la volontà di Dio e tutti gli uomini di cui divenne Madre spirituale.
– Pratica dell’umiltà – Come possiamo noi praticare l’umiltà tanto esaltata nei Vangeli? La risposta è una sola nei suoi due risvolti:
1. amare Dio come principio di ogni dono, di ogni bene che abbiamo, da cui tutto procede, e che ci dà tante opportunità tutti i giorni della nostra vita terrena,
2. amare tutti i figli di Dio, tutti gli uomini, vicini e lontani, come nostri veri fratelli, a cui desideriamo e aiutiamo a raggiungere il vero bene. Ogni persona è nostro Signore, e in ognuna di esse noi abbiamo il privilegio di servire Gesù.
– L’umiltà con la povertà è il mezzo primo di annuncio del Vangelo di Gesù: lui che è nato povero ed umile, che dice ai suoi seguaci: “Imparate da me che sono mite ed umile di cuore”, ha avvolto, quasi impacchettato, tutta la sua dottrina della paternità di Dio che vuole tutti gli uomini salvi, nella povertà totale di mezzi umani e di obbedienza alla volontà del Padre.
– Nella Chiesa i veri missionari, i mandati ad annunciare la dottrina di Gesù, sono solo coloro che hanno dato tutto a Gesù nella povertà dell’obbedienza. Essi hanno il cuore e l’anima pieni di Gesù, perché l’hanno svuotato di ogni cosa temporale, per cui la loro voce porta il timbro eterno di salvezza.
La povertà materiale della Madonna a Betlemme e a Nazaret fa risaltare la sua ricchezza di anima e di mente nella luce della sua Immacolata concezione.
Letture della
XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore.
Dal libro del Siràcide
Sir 3,19-21.30.31 (NV) [gr. 3,17-20.28-29]
Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato più di un uomo generoso.
Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
Perché grande è la potenza del Signore,
e dagli umili egli è glorificato.
Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
Il cuore sapiente medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 67 (68)
R. Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.
I giusti si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:
Signore è il suo nome. R.
Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri. R.
Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio. R.
Seconda Lettura
Vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 12,18-19.22-24a
Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.
Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.
Parola di Dio
Vangelo
Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14, 1.7-14
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Parola del Signore