Partiamo dalla scena del film “L’attimo fuggente” quando il professor Keating sale in piedi sulla cattedra per dimostrare ai suoi studenti la necessità di vedere le cose da angolazioni diverse.
Se vogliamo trovare aperta la porta di cui ci parla il vangelo di Luca (Lc 13,22-30) dobbiamo fare la stessa cosa: cambiare il punto di vista e conseguentemente cambiare il nostro comportamento.
Di cosa sto parlando? Dell’eucarestia e del modo in cui la viviamo.
Durante la cena del “giovedì santo” Gesù invita a mangiare il suo corpo, a bere il suo sangue e sopratutto a fare noi la stessa cosa, imitare il maestro in questa sua donazione totale agli altri, una donazione che giunge fino alla massima conseguenza: quella della condanna a morte.
Il vangelo è chiaro, ma la consuetudine, le tradizioni, l’educazione religiosa che abbiamo ricevuto rischiano di farci perdere di vista la volontà espressa dal Maestro.
L’eucarestia assume il suo pieno significato se capiamo che non è unicamente una ripetizione (meglio “memoriale”) di quell’atto compiuto da Gesù, ma è un prendere coscienza che ognuno di noi deve fare la stessa cosa: deve donare il suo corpo e il suo sangue agli altri in modo pieno, completo, totale, fino alla “morte”.
Se non facciamo nostro questo insegnamento, rischiamo di uscire dalla chiesa con la coscienza tranquilla per aver fatto la comunione («Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza”) e per aver partecipato alla liturgia della parola (“tu hai insegnato nelle nostre piazze”).
Ma avremo una brutta sorpresa: troveremo la porta chiusa. Una porta che noi stessi avremo sbarrato con il nostro comportamento egoistico («Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia»). Se non carichiamo su di noi i “dolori” del fratello e della sorella in difficoltà e non doniamo il nostro corpo, e non versiamo il nostro sangue senza limitazione (perché l’amore non ha un limite) saremo complici di aver lasciato questo mondo in
preda all’ingiustizia. E se saremo sordi al grido d’aiuto dei bisognosi saremo sordi anche alla chiamata del Padre, resteremo in fondo alla fila e quando arriveremo davanti alla porta, la troveremo inesorabilmente chiusa.
Commento a cura di Luca Lanari.
Letture della
XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti.
Dal libro del profeta Isaìa
Is 66,18b-21
Così dice il Signore:
«Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria.
Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti.
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme – dice il Signore –, come i figli d’Israele portano l’offerta in vasi puri nel tempio del Signore.
Anche tra loro mi prenderò sacerdoti levìti, dice il Signore».
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Salmo 116 (117)
R. Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore.Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode. R.
Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre. R.
Seconda Lettura
Il Signore corregge colui che egli ama.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 12,5-7.11-13
Fratelli, avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli:
«Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui;
perché il Signore corregge colui che egli ama
e percuote chiunque riconosce come figlio».
È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.
Parola di Dio
Vangelo
Verranno da oriente e da occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13, 22-30
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Parola del Signore