โLottate per entrare attraverso la porta stretta!โ

Il vangelo secondo Luca ci presenta una pagina nella quale lโevangelista ha raggruppato parole di Gesรน derivanti dalla tradizione orale e dalla fonte scritta comune sia a lui sia a Matteo, che invece le ha collocate in contesti diversi (cf. Mt 7,13-14.22-23; 8,11; 19,30; 20,16; 25,10-12). In questo brano leggiamo parole di Gesรน certamente dure, aspre, che esprimono esigenze radicali, severe e appaiono anche minacciose. Gesรน appare qui il profeta che ammonisce, avverte, minaccia โ come faceva il suo maestro Giovanni il Battezzatore โ, per scuotere gli ascoltatori e porli davanti alle esigenze del Regno, nel quale si puรฒ entrare attraverso un โgiudizioโ che non guarderร ai comportamenti esterni, seppur religiosi, degli esseri umani, ma allโaver accettato di essere o meno conosciuti dal Signore.
Noi accogliamo queste parole come buona notizia soprattutto perchรฉ non sono lโultima parola di Gesรน e, nello stesso tempo, perchรฉ tentano di svegliarci dal torpore spirituale, dallโabitudine alla devozione, dal non impegnarci alla sua sequela. Ascoltiamo dunque questi apoftegmi di Gesรน senza addolcire, come a volte siamo tentati di fare, il loro messaggio, che ci indica la via della salvezza.
Durante la sua salita a Gerusalemme, passando attraverso cittร e villaggi e predicando come un profeta a coloro che venivano ad ascoltarlo, Gesรน si sente rivolgere questa domanda da qualcuno in mezzo alla folla: โSignore, sono pochi quelli che sono salvati?โ. ร una domanda che abita ancora oggi i nostri cuori: la salvezza sarร riservata a pochi giusti oppure la misericordia di Dio aprirร le porte del cielo a molti? In ogni credente vi sono domande brucianti che possono diventare dubbi che tormentano, per questo quella persona pone a Gesรน tale interrogativo chiamandolo Kรฝrios, Signore, dunque con una certa fede-fiducia in lui.
Gesรน non risponde direttamente ma proclama con chiarezza ciรฒ che รจ urgente per tutti coloro che lo ascoltano: โLottate (agonรญzesthe) per entrare nella sala del banchetto attraverso la porta stretta, perchรฉ molti โ ve lo dico โ cercheranno di entrare, ma non ci ne avranno la forzaโ. Ciรฒ che Gesรน mette in evidenza, negando un interesse per il numero dei salvati, รจ la necessitร , lโurgenza della lotta. Nel nostro cammino verso il Regno cโรจ una lotta da condurre, una lotta dura, che รจ โil buon combattimento della fedeโ (1Tm 6,12) contro un avversario, un oppositore, un potente che รจ Satana. Nessuna illusione: la sequela di Gesรน รจ a caro prezzo, costa fatica e impegno, richiede di combattere con le armi spirituali, a volte fino allโagonia, alla lotta davanti alla morte, come lโha vissuta Gesรน (cf. Lc 22,44). La porta stretta non vuole impedire lโentrata, ma rivela che solo chi sa lottare, solo chi sa che la meta รจ il regno di Dio, potrร oltrepassarla. Occorre perciรฒ essere equipaggiati e vigilanti per arrivare in tempo, prima che la piccola porta, ultima possibilitร , sia chiusa. Perchรฉ come in ogni cittร , una volta calata la notte, vengono chiuse prima la grande porta, poi la porticina: allora nessuno potrร piรน entrareโฆ
Gesรน ammonisce dunque gli ascoltatori: โRestando fuori, comincerete a bussare, pronunciando preghiere e litanie: โSignore (Kรฝrie), aprici!โ. Ma egli vi risponderร : โNon so di dove siete!โโ. Quanti sono rimasti fuori, perรฒ, non desistono, ma continuano a pregare e a chiedere lโapertura della porta, ricordando le loro relazioni con il Signore stesso, tutte relazioni religiose. Dicono infatti: โAbbiamo mangiato e bevuto davanti a te, celebrando la tua cena, lโEucaristia! Ti abbiamo ascoltato quando predicavi nelle nostre piazze!โ. Ai loro occhi questo vissuto, ritenuto vicinanza e comunione con il Signore, dovrebbe far cambiare la sua decisione e quindi indurlo ad aprire la porta a gente che si ritiene conosciuta da lui, che pensa di vantare meriti dovuti allโappartenenza religiosa e allโassolvimento degli atti di culto, certamente necessari ma non sufficienti, se non sono accompagnati dalla concreta realizzazione della volontร del Signore.
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E infatti il Signore stesso, inesorabile, dirร : โLontano da me, perchรฉ siete stati operatori di ingiustizia! Non so di dove siete, non vi ho mai conosciuti!โ. Il Signore contesta la veritร di una vicinanza e di una comunione vantata da quelli che sono respinti, perchรฉ giudica che durante la vita non hanno operato la giustizia, sono stati dei malfattori, anche se formalmente ascoltavano la predicazione di Gesรน ed erano ospiti alla sua tavola. In quel giorno, quando alla porta del Regno dovremo ascoltare il giudizio del Signore su di noi, ai suoi occhi non conteranno lโappartenenza alla sua comunitร , la frequentazione della sua Parola e dellโEucaristia. Questi, infatti, sono mezzi per operare il bene, la giustizia, e giungere alla caritร : ma se il bene e la giustizia non sono realizzati nella vita, nel comportamento, nelle relazioni tra noi e gli altri, allora tali mezzi saranno evidenziati da Gesรน come un inganno che abbiamo vissutoโฆ
Questo รจ un ammonimento che noi cristiani, che ci diciamo discepoli e discepole di Gesรน, non prendiamo sul serio. Purtroppo i nostri gesti liturgici, lโappartenenza alla parrocchia, la frequentazione dei pastori posti dal Signore nella sua chiesa, sovente possono diventare sicurezze false, che quasi ci impediscono di chiederci se quotidianamente siamo operatori di bene, cioรจ abbiamo un comportamento che nutre il bene comune, oppure operatori di male, con parole che dividono e calunniano, con sentimenti di inimicizia e di orgoglio, con comportamenti omissivi, che non fanno il bene e contraddicono la caritร . Magari non commettiamo il male seminando violenza, ma basta che pensiamo al nostro comportamento omissivo, a quando non vediamo lโaltro e non ci impegniamo per colui che รจ nel bisogno, affamato, assetato, immigrato, nudo, malato, in carcere (cf. Mt 25,31-46)โฆ Noi crediamo di essere nellโintimitร con il Signore, assidui alla sua presenza, ascoltatori della sua Parola, nutriti dai sacramenti, ma domandiamoci se a questo corrisponde ciรฒ che il Signore chiede come impegno, urgenza, amore verso gli altri.
E accadrร allora anche che proprio quelli โdentroโ (รฉso), appartenenti alla comunitร cristiana, alla chiesa, respinti alla porta del Regno, vedranno quelli che stavano โfuoriโ (รฉxo) ed erano lontani, non appartenenti alla comunitร di Gesรน, seduti alla tavola del banchetto del Regno con Abramo, Isacco, Giacobbe e tutti i profeti. Lo dirร anche santโAgostino: โIn quel giorno molti che si ritenevano dentro si scopriranno fuori, mentre molti che pensavano di essere fuori saranno trovati dentroโ. Capovolgimento della situazione e delle precedenze: i primi invitati, i primi destinatari della buona notizia appariranno gli ultimi, addirittura saranno fuori dal Regno, mentre proprio quelli che non si supponevano vicini a Dio troveranno posto al banchetto del Regno.
A me e a voi, lettori, ricordo che questo vangelo chiede a ciascuno di noi un discernimento: sono solo un uomo religioso, che si dice cristiano, che prega, che partecipa allโEucaristia, ma in realtร ho una vita non conforme alla volontร del Signore Gesรน, oppure sono uno che andando alla preghiera, nutrendomi della Parola e dellโEucaristia come un mendicante che attinge da esse forza, tenta ogni giorno di essere un discepolo del Signore, tenta di essere coerente tra ciรฒ che pensa, dice e vive quotidianamente, invocando come un mendicante la misericordia del Signore?
Queste parole di Gesรน ci chiamano dunque alla conversione, alla consapevolezza dei nostri peccati e a non sentirci garantiti da appartenenze o gesti religiosi: se abbiamo ricevuto doni da parte di Dio, questi non sono privilegi ma piuttosto responsabilitร . Per questo โi primiโ, se non coerenti con la buona notizia del Vangelo, diventano gli ultimi e tra gli ultimi alcuni diventano primi, perchรฉ hanno cercato soprattutto di entrare nel Regno attraverso la porta che รจ Cristo (cf. Gv 10,7.9), porta sempre aperta, dalla sua venuta tra di noi fino a โoggiโ (Eb 3,13), e sempre โporta di misericordiaโ, โporta che fa graziaโ, seppur a caro prezzo.
p. Enzo Bianchi – Qui tutti i precedenti commenti al Vangelo della domenica
Fonte: Monastero di bose
Letture della
XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO C
Prima Lettura
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti.
Dal libro del profeta Isaรฌa
Is 66,18b-21
ย
Cosรฌ dice il Signore:
ย
ยซIo verrรฒ a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria.
ย
Io porrรฒ in essi un segno e manderรฒ i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti.
ย
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme โ dice il Signore โ, come i figli dโIsraele portano lโofferta in vasi puri nel tempio del Signore.
ย
Anche tra loro mi prenderรฒ sacerdoti levรฌti, dice il Signoreยป.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Salmo 116 (117)
R. Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore.Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode. R.
ย
Perchรฉ forte รจ il suo amore per noi
e la fedeltร del Signore dura per sempre. R.
Seconda Lettura
Il Signore corregge colui che egli ama.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 12,5-7.11-13
ย
Fratelli, avete giร dimenticato lโesortazione a voi rivolta come a figli:
ยซFiglio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere dโanimo quando sei ripreso da lui;
perchรฉ il Signore corregge colui che egli ama
e percuote chiunque riconosce come figlioยป.
ย
ร per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual รจ il figlio che non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, perรฒ, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
Perciรฒ, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perchรฉ il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.
Parola di Dio
Vangelo
Verranno da oriente e da occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13, 22-30
In quel tempo, Gesรน passava insegnando per cittร e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: ยซSignore, sono pochi quelli che si salvano?ยป.
Disse loro: ยซSforzatevi di entrare per la porta stretta, perchรฉ molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerร e chiuderร la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: โSignore, aprici!โ. Ma egli vi risponderร : โNon so di dove sieteโ. Allora comincerete a dire: โAbbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazzeโ. Ma egli vi dichiarerร : โVoi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!โ.
Lร ci sarร pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimiยป.
Parola del Signore